L'altro ieri, mercoledì 28 maggio, alla Feltrinelli di via Buenos Aires arriva José Munoz, disegnatore di Alack Sinner. Giunto in ritardo per problemi con la metropolitana (è, in pratica, un'ora di punta, quella dell'incontro con Munoz, alle 18:00, a causa dell'uscita dagli uffici), arriva con tutto il suo carisma (per quei pochissimi che frequentano il Dipartimento di Fisica di Cosenza, mi ha dato lo stesso carisma e la stessa forza del professore Susinno) e subito inizia la presentazione dei primi due volumi dedicati a Sinner, il detective creato negli anni settanta insieme a Carlos Sampayo e pubblicato per la prima volta proprio in Italia.
Inizia, dicevamo, la discussione: dopo la presentazione dei volumi, ecco iniziano i racconti sul passato, sul personaggio, su come nasce, su come si sviluppa la collaborazione tra Sampayo e Munoz, su come la loro opera ha in effetti influenzato buona parte del fumetto italiano da allora in poi. Alack Sinner è in effetti un fumetto giallo a metà strada tra l'hard boiled e il noir, dove gli autori ci presentano un detective solitario immerso in storie che non rinunciano alla denuncia sociale. L'incontro, comunque, divertente e rilassante, animato anche da un paio di domande dal pubblico intervenuto, si conclude con il solito assalto al disegnatore per avere un autografo o una illustrazione sul retro della copertina del volume di Sinner appena preso dai banchetti allestiti appositamente dalla libreria.
Nei prossimi giorni, spero di potervi presentare qualcuna delle foto che ho scattato quel pomeriggio.
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