Quando Cristoforo Colombo si avvicinò alle coste del continente americano (senza sapere che fosse un nuovo continente, rispetto alla sua natia Europa), la vedetta sulla Santa Maria gridò Terra!
E questo sembra richiamare il titolo del primo romanzo di fantascienza del mitico Stefano Benni. E proprio in questo romanzo Benni conferma di essere l'erede italiano di Chesterton e Douglas Adams. Terra!, infatti, richiama e in maniera neanche tanto velata la Guida Galattica per gli autostoppisti. La vicenda si sviluppa in due ambienti principali: lo spazio, con tre equipaggi che cercano di trovare la così detta terra due, e sulla nostra Terra, dove un gruppo di scienziati stanno cercando di risolvere due misteri. Innanzitutto da dove viene l'astronave del pirata Van Cram, sui cui banchi di memoria sono stati trovati gli accenni alla nuova terra, e quindi cosa c'è sotto Machu Picchu, la capitale dell'antico impero inca.
E lo stesso Benni si sdoppia nello stile: da una parte il solito Benni, critico verso la società, irriverente, umoristico, dall'altra un Benni incredibilmente preparato, ed anche in maniera approfondita, costruisce una storia che alla fine è da una parte divertente e dall'altra ricorda le storie complesse costruite da Morrison sulle pagine de Gli Invisibili. Che l'autore britannico, a quel tempo in forza alla Vertigo, lesse a suo tempo l'autore italiano? Ai posteri l'ardua sentenza, ai presenti la lettura di uno dei più bei romanzi di Benni che finora ho letto!
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