Un progetto internazionale, inizialmente finanziato dagli stessi governi europei, Sennacherib, viene abbandonato a causa degli alti tempi di dimezzamento dei materiali tossici, ma non così dagli imprenditori, in particolare da Giangiacomo Giarletti, come si scoprirà alla fine, che tra gli altri luoghi dove seppellire le scorie penserà bene di usare i suoi terreni nella campagna milanese, terreni che poi cederà al fratello. Giangiacomo alla fine si giustifica affermando che le radiazioni provenienti dalle scorie che ha sepolto sono inferiori rispetto a quella naturale, ma ciò non lo salverà dall'ira del fratello, ma certo dà l'idea di come la pensano i veri diavoli, i veri uomini cannone, gli uomini che per guadagnare sempre di più decidono di mettere a rischio la salute e la vita degli altri.
Negli approfondimenti alla fine del libro, poi, spuntano fuori i nomi della Rigel, della Aso, della Michigan, della Four Star I, navi inabissate con i loro carichi radioattivi. E spunta anche il nome del mai citato Natale De Grazia, capitano di fregata della Capitaneria di Reggio Calabria, morto in circostante sospette mentre indagava proprio su alcuni di questi affondamenti.
Uno spaccato sulla società italiana, sulla Milano criminale mai raccontata (e non sto pensando agli atti criminali come rapine, omicidi e quant'altro in cui sono coinvolti gli extracomunitari), sui disastri della politica quando si accosta agli affari e alla criminalità organizzata, quella che sta trasformando l'Italia e la politica, quella che finanzia i nostri partiti, quella che corrompe imprenditori e politici. Quella che dobbiamo combattere tutti insieme, un passo alla volta.
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