(sono tornato su
Lo Spazio Bianco, e spero con una certa regolarità, questa volta; in questa occasione mi sono occupato de
Il canto dei morti e de
Le ali dell'Inferno, il primo tratto dalla serie di
Conan della
Dark Horse, pubblicata in Italia dalla
Panini, il secondo la trasposizione di un altro racconto di
Howard; il minimo comun denominatore è
Joe R. Lansdale, che ne ha scritto entrambe le sceneggiature; ora vi lascio a uno stralcio dell'articolo)
Il legame tra Joe Lansdale e il fumetto è di lunga data e inizia da un ciclo di storie scritto per Jonah Hex e un paio di romanzi su Batman. Lansdale, però, è soprattutto uno scrittore, l'ultimo scrittore pulp, mi sento di definirlo, semplicemente per la sua abilità nel passare con successo ed efficacia da generi differenti come il giallo (in tutti i suoi sottogeneri) all'horror, allo splatter, all'hard boiled. Prima di lui, per cercare un altro scrittore pulp nel senso che ho dato prima, bisognava risalire agli anni Trenta, a Robert Ervin Howard.
Il creatore di Conan e Champion Joe si incontrarono per la prima volta quando quest'ultimo, tra i diciotto e i diciannove anni, lesse una raccolta di racconti howardiani: scattò subito una sorta di affinità, come scrive lo stesso Lansdale nella postfazione a Le ali dell'inferno, e da buon lettore seriale quale egli era, cercò di recuperare il tempo perduto. Prima, però, di poter entrare come parte attiva nell'universo ideato da Howard, passarono un po' di decenni. Il primo contatto fumettistico tra Lansdale e Howard avviene grazie a Conan: nel 2006, per la Dark Horse, uscì Conan and the Songs of the Dead, miniserie in cinque numeri disegnata da Timothy Truman.
(continua su
Lo Spazio Bianco)
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