Il geniale cartoonist statunitense, infatti, si è trasferito in Giappone dove ha vissuto per qualche anno nella capitale fino a che non è caduto da un grattacielo: si è gettato, probabilmente non riuscendo a trovare nel paese del sol levante quello che non trovava in patria. Comunque, al di là delle filosofie e delle ipotesi, una cosa ci resta: la sua grande abilità di disegnatore.
In Tokyo, fumetto uscito nella serie Vertigo Pop! e pubblicato in Italia dalla Planeta, però, ha anche riversato la sua conoscenza del posto, su una storia al limite tra il poliziesco, il noir, il gangster e l'umoristico: un giovane che come Seth si è trasferito in Giappone si trova invischiato insieme ad una ragazzina della città all'inseguimento di una pop star nipponica, tra polizia e uomini della yakuza.
I giapponesi emergono come persone che vivono costantemente tra gli eccessi, almeno nella grande città: i prodotti della tecnologia arrivano prima e non passa nemmeno molto tempo che delle signorine carine inizino a venderli in mezzo alla strada come il classico fruttivendolo. Sono però persone molto educate, rispettose, tolleranti, anche verso i criminali stessi: un modo per scusarsi per i modi magari poco ortodossi di trattarli.
In generale un fumetto interessante e divertente che si avvale di disegni veramente eccezionali e di una storia ben costruita per ritmo e trama.
A questo punto, nella speranza di non essere sembrato baka, non mi resta che dirvi konnichiwa!
P.S.: se siete curiosi di capire cosa vogliono dire le due parole nipponiche che ho usato, avete due possibilità: usare il traduttore di Google (o cercare direttamente), oppure comprare Tokyo, e consultare il glossario in fondo al volume.
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