L'intervento dell'avvocato Raffaella Pellegrino, comunque, rimane, pur se relazionando sugli aspetti legali della questione, sui diritti d'autore e sulle Creative Commons, sulle quali Max Olla fa il suo primo intervento, chiedendo se le CC vengono tutelate dalla legge italiana: queste sono considerate dei veri e propri contratti, risponde l'avvocato, e come tali tutelati dalla legge italiana. Certo, aggiungo io (altro intervento perso), se utilizzo la seconda striscia dei Singloids pubblicata sul giornaletto dato in omaggio prima della tavola rotonda sul mio blog scientifico per parlar male dell'astrologia, considerando che ogni post mi può venir pagato, in questo momento, una cifra che varia tra gli 0 e i 50 centesimi, la cifra da dividere con i Persichetti è assolutamente irrisoria. E infatti, come afferma Stefanelli subito dopo, discutere sulle CC rischia di essere una perdita di tempo, perché ancora il mercato in cui queste possono effettivamente essere utili non esiste:
siamo in una fase di pre-mercatoEsperimento interessante e tutto italiano è, però, Open Shockdom, nato una decina di anni fa intorno a un gruppo storico di 7 cartoonist, la cui punta di diamante è eriadan, uno dei webcomic italiani più letto. In pratica Lucio Staiano ci racconta dell'evoluzione di un sito, nato in flash per sperimentare e offrire fumetti e animazioni, oggi diventato in pratica una sorta di Blogspot dei fumettisti, a parte i 7 fondatori che continuano ad essere sotto contratto con l'editore on line.
Dal pubblico giungono spunti sulla pirateria: Stefanelli ricorda che sia negli Stati Uniti, sia in Giappone (incredibilmente) sono state portate avanti delle azioni anche legali contro i siti di scannerizzazione. In Giappone, poi, è uscito un editoriale abbastanza classico contro queste pratiche, che per converso hanno però fatto la fortuna commerciale del genere in Giappone e nel mondo, come anche la maggior parte dei dirigenti di manga riconosce.
Serra, invece, la pirateria la teme relativamente: punto focale è la crisi del fumetto, che non viene più letto, o che, come dalla citazione anticipata, vuole essere fruito gratuitamente in maniera digitale, visto che sono anni che viene pagato su carta!
Altro intervento interessante, e con un dato in controtendenza, è quello di Loris Cantarelli, redattore di Fumo di China, rivista di critica fumettistica, distribuita nel circuito fieristico sin dal 1978 e in edicola a partire dal 1989, con periodicità mensile, che nell'ultimo anno ha avuto un aumento di vendite. Tra l'altro, dall'esame dei dati e delle sensazioni fornite da Cantarelli, il puntuale sunto di Plazzi:
Segnali di tipo diverso all'interno di un pubblico selezionatoQuesto sembra un punto interessante su cui non si è dibattuto, a mio parere, abbastanza, che si è preferito non approfondire, ripiegandosi sostanzialmente sui soliti argomenti: la selezione del pubblico da una parte e dei contenuti da parte del pubblico dall'altra. Nel rumore presente sulla rete, saranno gli utenti a selezionare i contenuti a loro più congeniali. E' forse una visione da nativo digitale (quasi lo sono, secondo molte definizioni), ma è l'unica che al momento mi pare accettabile.
Tornando, però, agli interventi, è la volta di Riccardo Secchi, che ricordo come uno dei miei sceneggiatori preferiti di Topolino, anche dopo l'avvento di Casty, che afferma di aver trovato pochi web comics e soprattutto uno scarso sfruttamento anche in questo campo delle specificità della rete: ci sono, secondo Secchi, ancora nuovi linguaggi, nuovi modi di raccontare le storie ancora inesplorati e presenti proprio nella rete.
L'intervento sembra confermato anche da quanto afferma Roberto Grassilli, che sin dalla seconda metà degli anni '90 del XX secolo, su Clarence, proponeva un web comics dove l'interazione con gli elementi presenti nella vignetta era un elemento distintivo: si potevano cliccare gli oggetti, piuttosto che i personaggi, per passare a nuove immagini, informazioni, schede.
Citando così di passaggio questa frase di Stefano Gargano, cartoonist per quelli de la Striscia, grazie alla quale ha ottenuto quella visibilità impossibile all'interno del circuito tradizionale, per il quale è ancora considerato un """"giovane"""" autore emergente:
[Internet] è un tipo di mezzo che serve a raggiungere nuove e inaspettate forme di pubblicoE finalmente arriviamo alla chiusura, nella quale non sono riuscito a trattenermi di fronte a quanto affermato da Max Olla, che girando per le librerie di Milano (quali librerie? e quanto tempo fa?), ha trovato i fumetti messi accanto ai libri per bambini: al di là del fatto che non ci vedrei nulla di male (Alice nel Paese delle Meraviglie è spalmato tra letteratura per bambini, per adulti e fumetti!), le mie prime parole sono state riguardo la Feltrinelli di Corso Buenos Aires dove, dopo le novità, uno dei primi scaffali è dedicato proprio ai fumetti, ben staccato dalla sezione per i bambini: non è dunque vero che il fumetto è un prodotto anche culturalmente minore. Sul web e nelle librerie, noi lettori e blogger, ce ne siamo accorti, forse su carta no: e in effetti molti sono nella stessa situazione della maggior parte degli intervenuti a Comunicare Fisica di quest'anno, con una visione del problema antica e antiquata.
In tutto questo, ho visto la grandissima Frieda che, da buona padrona di casa, ha gestito la parte elettronica della conferenza, con una navigazione per siti e blog dal vivo (a un certo punto ho visto comparire prima uno, poi l'altro dei miei blog!), e poi scambiate un paio di parole con lei, che devo dire persona simpatica e affabile.
Una buonissima impressione anche l'altrettanto mitico Andrea Plazzi: è stato, infatti, lui ad avvicinarmi e parlarmi di Gottinga, che avevo citato durante l'intervento come uno dei post più letti durante la sua settimana di pubblicazione. E da lì una bella discussione sulla matematica, i fumetti e quant'altro, dalla quale, spero, potrà uscir fuori un suo contributo per il Carnevale della Matematica di giugno! Tra l'altro ho avuto l'impressione di parlare con una persona dalla grande preparazione, nonostante siano tre lustri che si occupa esclusivamente (o quasi) di fumetti: sono assolutamente convinto che il fumetto abbia guadagnato una persona preparatissima e in gamba, ma la ricerca scientifica in Italia ha perso più di quello che ha guadagnato il fumetto italiano (e scusate se tiro l'acqua al mulino della ricerca!)
E speriamo perché il buon Plazzi mi sta veramente simpatico (e non poteva essere diversamente, visto che è amico dell'altrettanto mitico Leonardo Ortolani).
In definitiva una serata divertente, dove ho avuto modo di conoscere finalmente Frieda e di scambiare quattro chiacchiere con Plazzi: a suo modo una conclusione fruttuosa (prima della tempesta...)
(continua)
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