La situazione dominante in un'economia basata sulla proprietà privata del capitale è caratterizzata da due principi fondamentali: primo, i mezzi di produzione (capitale) sono proprietà privata e i proprietari ne dispongono come vogliono; secondo, il contratto di lavoro è libero. Naturalmente non esiste, in quanto tale, una società capitalistica "pura" in questo senso. In particolare, va notato che i lavoratori, attraverso lunghe e aspre lotte politiche sono riusciti a ottenere una forma leggermente migliorata del "contratto libero di lavoro" per alcune categorie. Ma, nel complesso, l'economia attiale non differisce molto dal capitalismo "puro".
Si produce per il profitto non per l'uso. Non v'è alcuna garanzia che tutti coloro che vogliono e possono lavorare saranno sempre in grado di farlo; esiste sempre un "esercito di disoccupati". Il lavoratore teme sempre di perdere il lavoro. Il progresso tecnologico si risolve spesso in una maggiore disoccupazione, piuttosto che in un allegerimento del fardello di lavoro per tutti. La ricerca del profitto, unitamente alla concorrenza fra i capitalisti, è responsabile di un'instabilità nell'accumulazione e nell'utilizzo del capitale, che porta a depressioni sempre più gravi. La concorrenza senza limiti conduce a un enorme spreco di lavoro, e alla deformazione della coscienza sociale degli individui.
Questa deformazione negli individui io la considero il peggior male del capitalismo. Tutto il nostro sistema educativo è affetto da questo male; un attegiamento esageratamente competitivo viene inculcato nello studente, che viene abituato ad adorare il successo come preparazione alla sua futura carriera.
Sono convinto che c'è un "unico" modo per eliminare questi gravi mali, cioé l'istituzione di un'economia socialista, affiancata a un sistema educativo orientato a fini sociali.
(Albert Einstein)
Nessun commento:
Posta un commento