Nel 2014 numerosi ex co.co.co., attualmente precari e/o disoccupati, si sono visti recapitare a casa una lettera dell’Inps con la quale si chiedeva la restituzione delle indennità di disoccupazione "una tantum" per collaboratori "erroneamente" erogate in precedenza (mediamente circa 4.000 euro). L'una tantum infatti esclude inspiegabilmente i collaboratori del pubblico impiego, ma a causa di una norma confusa e di dubbia interpretazione alcune sedi Inps negli anni passati hanno erogato il beneficio anche a tali lavoratori.(da #nonscherziamo con l'una tantum ai precari)
Il lavoro è uguale per tutti, ripete Anna Fedeli, e gli ammortizzatori sociali dovrebbero essere estesi a tutti, indipendentemente dalla tipologia contrattuale. Conclude così Fedeli: certe tipologie contrattuali iperprecarie, a dispetto dell’opinione comune, sono molto diffuse nel pubblico impiego, a partire dalla scuola, università, accademie e nei conservatori e noi ne chiediamo l’abolizione.(da #nonscherziamo: la conferenza stampa)
Queste esigenze emergono ancora di più nel corso della conferenza stampa dalle due lavoratrici precarie intervenute per raccontare la loro storia: c'è Lorella Gabriele, assegnista precaria che, vedendosi rifiutato il diritto ad accedere all'una tantum, ha fatto ricorso e dopo anni si è vista recapitata una lettera in cui le veniva chiesto di restituirli tutti, e senza sconti, quei soldi. C'è Francesca Marsico, che a nome di tutti i suoi colleghi pugliesi, racconta la stessa identica storia di lavoratori che sono rimasti all'improvviso senza lavoro e senza indennità. All'arrivo delle famose lettere entrambe hanno detto no a quest'assurdità e si sono rivolte ai sindacati: solo la CGIL ha risposto. E solo la FLC CGIL adesso, insieme a NIdiL ha vinto una battaglia: quella di vedere sospese dall'Inps le richieste di rimborsi.
Lorella, precaria dell'Università della Calabria, ha anche partecipato ad Agorà su Rai Tre. Potete rivederla andando avanti fino a un'ora e 45 minuti circa (qualche secondo prima, in effetti).
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