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Il Fantomius originale era semplicemente una figura di contorno, un'ombra aleggiante sopra il passato di Paperopoli e quindi di Paperinik, fino a che Marco Gervasio non iniziò a occuparsi del personaggio, iniziando con due storie scritte rispettivamente da Bruno Sarda (Paperinik contro le Giovani Marmotte) e da Fabio Michelini (Paperinik e l'estate a Villa Lalla). Il primo, vero esperimento di Gervasio con Fantomius e Dolly Paprika è in Paperinik e il tesoro di Dolly Paprika, dove la coppia di ladri, evidentemente originariamente ispirata da Diabolik ed Eva Kant, compare in un flashback. Gervasio li farà poi comparire in altre due avventure, Il segreto di Fantomius e Il passato senza futuro, realizzando alla fine un vero e proprio prologo alla serie Le strabilianti imprese di Fantomius che esordiscono sul Topolino #2972 con la storia Il Monte Rosa. Delle 10 storie fin qui realizzate da Gervasio, le prime quattro sono state pubblicate sul primo numero della Disney Definitive Collection, una serie che, nel formato di Zio Paperone, ristamperà una serie di cicli (a seguire, infatti, ci saranno Darkenblot e Pippo reporter, ma mi piacerebbe vedere anche una raccolta sui mitici Mercoledì di Pippo!).
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L'ultimo elemento necessario per far funzionare le storie di Fantomius era affiancare al ladro un antagonista in grado di sfidarlo, ma anche di far risplendere la sua stella, ed ecco che Gervasio recupera l'ispettore Pinko, ideato da Michelini insieme con Giovan Battista Carpi sulle pagine del Ritorno a Villa Rosa: se il Pinko di Michelini-Carpi era stato ideato come avversario di Paperinik (idea che venne abbandonata, evidentemente proposta troppo presto per i tempi), quello di Gervasio, pur mantenendo la stessa struttura fisica e la stessa determinazione, risulta un personaggio più leggero e umoristico, molto vicino all'Ispettore Clouseau de La pantera rosa. D'altra parte il Pinko di Gervasio è solo commissario ed è l'antenato dell'ispettore del Ritorno.
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E' poi interessante notare il Lamont nel nome completo ideato da Gervasio (ricordo che Martina aveva identificato il possessore di Villa Rosa con il semplice Lord Quackett), che richiama a Lamont Cranston, meglio noto come L'uomo ombra.
Al di là degli spunti, che semplicemente fanno apprezzare di più la ricerca del dettaglio (iniziando dal desiderio dell'autore di contestualizzare la sua serie all'interno del corpus barksiano e donrosiano, come si vedrà meglio con le storie successive), nel complesso la serie risulta leggera e divertente. Le stesse gag, poi, non squalificano Lord Quackett, ma sembrano più prendere in giro il ruolo che interpreta, quello del nobile, e non l'attore, ovvero il papero sotto la maschera.
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