Le zanzare prediligono:E' tratto dall'appendice di Zanzare, un libro leggero e veloce nella lettura di Alessandra Lavagnino che ho scoperto grazie a devicerandom, che ne parla molto bene (tanto da utilizzarlo come esempio di buona divulgazione scientifica) e così, quando il volumetto mi capita tra le mani nella libreria di Reminders in via Paolo Sarpi, non potevo lasciarmelo sfuggire!
La pelle calda; i colori nero, rosso, blu; l'anidride carbonica e il respiro "pesante".
Le zanzare non amano:
Il vento (e il ventilatore); il sudore; gli indumenti chiari; i colori bianco, giallo, verdino. Di notte si lasciano incantare (attirare, intrappolare) dalla luce, l'anidride carbonica, i raggi ultravioletti.
Sono respinte dal profumo di citronella, eucalipto, geranio, menta, e da repellenti sintetici.
Le addormentano e le uccidono il epiretro e i piretroidi di sintesi (alletrine).
In effetti il libricino, un centinaio di pagine incluse le note, a parte gli errori di battitura, che in quello che viene venduto come scarto sono più che comprensibili, è scritto in maniera molto scorrevole e in molti punti anche colloquiale. Forse troppo: alcuni passaggi, infatti, sembrano quasi rivolti a un bambino, sfiorano lo stile favolistico per essere più precisi, restando comunque coerenti con l'idea di fondo: quella di raccontare una storia, e più precisamente la storia delle zanzare dalla preistoria ai giorni nostri e la loro importanza nella vita e nell'evoluzione dell'uomo, anche culturale (grazie allo sviluppo di tecniche per limitarne sviluppo e azione). Perché probabilmente, al netto delle zanzare che pungono e via verso un altra preda (le piccole Culex pipiens) o quelle che zitte zitte attaccano anche col sole (le Aedes) o ancora quelle che attaccano al tramonto o poco prima dell'alba e che preferiscono suggere il sangue da un solo donatore (le Anopheles), ciò che alla fine è realmente stupefacente è come questi piccoli, fastidiosi insetti siano diventati importanti sia per la storia che ci raccontano (come ogni cosa in natura, d'altra parte), sia per il legame simbiotico che hanno stretto con gli esseri umani.
Un'ultima nota, prima di chiudere, una informazione di servizio: i zanzaroni che ogni tanto vedete in giro, le tipule (un tipico esemplare illustrato nell'immagine estratta dal libro), sono abbastanza innocui per gli esseri umani, poiché discendono direttamente dai progenitori delle zanzare, che non avevano alcuni apparati per pungere. Potrebbero, invece, provocare dei danni indiretti sulle coltivazioni, ma questa è una storia che Alessandra Lavagnino non ha affrontato, ma questa mancanza, in fondo, nulla toglie alla gradevolezza del saggio.
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