Cielo di sabbia, però, è qualcosa di più di un tipico romanzo di Lansdale. La sua prosa e il suo stile veloce, asciutto e diretto restano. In questo caso, però, un po' come con In fondo alla palude, Champion Joe si concentra sul momento di passaggio dall'infanzia all'adolescenza, in questo caso rappresentato dalla tragedia che si abbatte, sotto forma di tornado, sui tre giovani protagonisti del romanzo.
Ambientato negli anni Trenta, è un vero e proprio racconto on the road, un percorso attraverso il quale il lettore si addentra nella provincia statunitense e che si trasforma man mano in una sorta di hard boiled "sporco": gangster, schiavismo (non solo verso quelli con il colore della pelle differente!), sfruttamento, sono solo alcune delle tematiche esplorate da Lansdale. Su tutto, però, spicca l'idea della crescita, la ricerca della propria strada, dell'autodeterminazione a dispetto di quanto programmato dagli adulti. E' emblematico, in questo senso, questo passaggio, che è quanto afferma Jane, uno dei protagonisti:
Mio padre e tutti quanti si aspettavano da me un certo comportamento, perché secondo loro la vita era così. E io non ho bisogno di farmi schiacciare dagli obblighi. Ho solo bisogno di poter scegliere tra qualcosa che non sia già stato deciso per conto mio. Ho bisogno di andare a vedere se il mondo è piatto, rotondo o triangolare. Ho bisogno di sentire che ho visto e fatto qualcosa di diverso da quel che hanno visto e fatto tutti gli altri.In quest'ottica si possono anche leggere le interazioni tra i tre giovani protagonisti e gli adulti che incontrano nel corso della loro avventura, dividendoli proprio in due grandi gruppi: coloro che vogliono in qualche modo imporre il proprio volere sui tre, e coloro che semplicemente si pongono nella posizione di consigliare, solo perché hanno vissuto più a lungo. In estrema sintesi è, a mio parere, il suo romanzo migliore. Spero, però, di sbagliarmi con quelli che ancora deve scrivere!
Nessun commento:
Posta un commento