Stomachion

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lunedì 16 settembre 2024

Equilibri

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Uno degli aspetti più stupefacenti de Il teorema di Pitagora di Paolo Zellini è quello legato alla natura e all'ambiente, cosa che pensando al teorema in se non è per nulla ovvio. La prima affermazione che ho trovato interessante in questo senso è:
Platone spiegava come ogni tipo di eccesso suole produrre, come effetto di reazione, un mutamento nel senso opposto, tanto nelle stagioni quanto nelle piante e nei corpi, e così pure nelle Costituzioni (Repubblica, 563 e-564 a).
E' evidente il legame tra quanto scritto sopra è gli eccessi che abbiamo introdotto nell'ambiente. Mi riferisco alle quantità eccessive di gas serra introdotte nell'atmosfera o alle quantità eccessive di sostanze inquinanti, su tutte le materie plasitche. Il riferimento, però, non è esplicito a questi eccessi, ma ovviamente a ogni genere di eccesso che turba in maniera sensibile uno stato di equilibrio, generando un cambiamento repentino, o quanto meno più veloce dell'usuale.
A ciò si aggiunge anche un'altra questione, quella della matematizzazione della natura. La definizione di quest'ultima, come appunto l'ambiente in cui viviamo non modificato dagli esseri umani, o quanto meno non modificato nel senso di cui sopra, viene ribadita dal seguente passaggio, che include una citazione di Hegel:

giovedì 26 agosto 2021

Le foreste nel mondo

Era da un po' che ero curioso di capire se erano disponibili dati sulla superficie "verde" sulla Terra e sul suo andamento nel corso degli anni. Ed ecco un grafico realizzato dal World Bank Group su dati della Food and Agriculture Organization (in più: date un'occhiata al report The state of the world's forests). Purtroppo i dati partono dal 1998, ma mostrano comunque una discesa nel rapporto tra la superficie verde e il totale del suolo. Sul sito è anche possibile vedere la superficie coltivata, e anche questa è decisamente calata. Per una visualizzazione che, pur se non puntuale, descrive l'andamento della superficie occupata dalle foreste nel corso dei secoli, vi rimando a Our World in Data.
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venerdì 18 giugno 2021

Il codice della vita

Uscito quest'anno, Omega è l'ultimo lavoro degli Epica, che è indubbiamente, se non dal punto di vista musicale, ma sicuramente dei testi, un concetrato di molti dei temi cari alla band. E non fa eccezione, e anzi è emblematica Code of life, che ha un testo in questo senso significativo.
Innanzitutto c'è una sorta di visione del codice della vita come sostituto del destino, e quindi qualunque tentativo di modificarlo è un po' come sfidare il destino stesso, come si evince dal chorus:
Can we defy the code of life?
We try to be divine
It's the origin of human lies

giovedì 10 settembre 2020

L'orologiaio miope

L'isola dei Wuzzles, serie animata disneyana del 1985, giunta in Italia l'anno dopo, era popolata da esseri che erano la fusione di animali differenti. Vista la copertina, ci si potrebbe immaginare che sia di un genere di animali di questo tipo che ci parlerà Lisa Signorile ne L'orologiaio miope, e invece la vastità di esseri strani, tra insetti e mammiferi, che riempie il sommario hanno poco a che fare con i Wuzzles (anche se qualche esserino che sembra spuntare da quella fantastica serie c'è!) e, in alcuni casi, molto a che fare con la vita di tutti i giorni.
Dopo la lettura di questo libro, vedrete con occhi diversi non solo la vostra casa e persino il vostro stesso letto, posti dove si annidano molti più esseri viventi di quelli che genralmente vediamo sgattaiolare negli angoli bui, ma persino le scampagnate in montagna o il caffé che vi portate nel thermos per mantenrlo caldo o i luoghi dove andrete in vacanza.
E' un libro interessante, a tratti divertente grazie all'humor inglese che, per esperienze lavorative, ha ormai permeato Lisa, ma che non consiglio alle persone deboli di cuore che magari non amano insetti e serpenti: se però siete proprio curiosi, potrete saltare i capitoli corrispondenti, ma a quel punto fatevi coraggio e leggete di ragni, insetti e altri strani esseri più o meno viscidi. Il coraggio verrà ripagato dalla conoscenza sui meccanismi dell'evoluzione e anche dai capitoli dedicati a simpatici animaletti come i tardigradi o gli zibetti, anche detti civette delle palme (nonostante non siano per nulla uccelli!).

mercoledì 1 aprile 2020

Vero o falso?

Con una filosofia non molto diversa dalle analoghe rubrichette sugli albi a fumetti, in particolare di supereroi, pubblicati negli Stati Uniti, anche su Topolino facevano capolino alcune paginette ricche di informazioni scientifiche, poste, però, con un modo didatticamente utile: il sistema del dubbio. In questo caso le illustrazioni che seguono sono tratte dal Topolino #337 del maggio 1962.
Ovviamente se avete qualche idea su cosa sia vero e cosa falso, ci sono i commenti!

sabato 2 novembre 2019

Seton: storia di un naturalista

Ernest Thompson Seton è stato uno dei più importanti naturalisti d'oltreoceano. Nato il 14 agosto del 1860 a South Shields nella contea di Durham in Inghilterra, crebbe in Canada, dove la famiglia si trasferì intorno al 1866. Alcuni anni dopo, però, tornò in Gran Bretagna, a Londra, dove perfezionò la sua tecnica nel disegno e nell'illustrazione presso la Royal Academy. Al compimento del suo 21.mo anno d'età, il padre gli chiese la restituzione dei soldi spesi per crescerlo, inclusi quelli per la sua istruzione, e tutto ciò nonostante gli scarsi invii mometari ricevuti durante il periodo londinese che lo costrinsero a lavorare. Seton, dopo aver onorato il "debito", non parlò mai più con il padre.
La vita di questo brillante e talentuoso artista fu, in effetti, anche piuttosto avventurosa e in particolare sono tre gli episodi che Jiro Taniguchi su testi di Yoshiharu Imaizumi utilizzano nel loro poderoso manga Seton: l'episodio più noto della caccia al lupo Lobo in Lobo, il re dei lupi, con cui si apre la serie; quindi il periodo dell'infanzia del naturalista presso la famiglia del cugino Tom nei pressi di Fenelon Falls nel secondo volume, Il ragazzo e la lince; quindi la caccia a Il cervo di Sandhill nel terzo volume. La serie viene arricchita anche da un quarto tankobon (anche se la dicitura, forse, è riduttiva, vista la foliazione), Monarch, l'orso del monte Tallac, che ricostruisce la vicenda del temibile Monarch che Seton ha riscostruito nel suo libro Monarch, The Big Bear of Tallac del 1904.
Nei quattro volumi di Seton i due autori hanno, ad ogni modo, un unico, fondamentale intento, evidente sin dal primo tankobon: mostrare lo stretto rapporto di Seton con la natura, la sua capacità di avere una visione del mondo naturale molto avanzata per l'epoca. I due autori, però, non si accontentano solo di questo e soprattutto nei primi tre volumi, quando alla vicenda principale alternano flashback sulla vita di Seton, inseriscono anche piccole digressioni sui naturalisti che hanno influenzato il giovane Seton: persone come William Brodie, dentista di professione e naturalista per passione che fu il primo mentore di Seton; o ancora Joseph Wolf, uno dei primi artisti a specializzarsi in storia naturale, che Seton conobbe personalmente; ornitologi e naturalisti come John Audubon o Henry Thoureau, sui cui scritti Seton studiò per prepararsi al lavoro vero e proprio di naturalista.

domenica 6 ottobre 2019

Topolino #3332: I colori della scienza

Il Topolino attualmente in edicola è decisamente nel segno della scienza, non solo grazie a La Luna d'occasione di Alessandro Sisti e Francesco D'Ippolito, ma anche grazie alla storia di chiusura. Anche il resto del sommario presenta alcune storie notevoli su cui soffermarsi, come la prima puntata di una nuova doppia storia su Paperinik e un nuovo episodio di Paperino paperotto che dopo la scorpacciata adolescenziale dei numeri precedenti, conclusasi con l'ultima puntata di Young Donald Duck, riporta su Topolino l'infanzia di Paperino nella bucolica Quack Town.
Scienza, obiettivo comune
Nonostante lo stile narrativo un po' semplicistico, Matteo Venerus riesce nell'intento di costruire una storia intorno al messaggio centrale già espresso nel titoletto di questa sezione: la scienza è, o comunque dovrebbe essere l'obiettivo comune di tutto il genere umano.
Minni e i colori della scienza segna l'esordio delle Victorian Ladies, rinviato dopo la storia prevista ad agosto e poi cancellata per fare spazio all'omaggio di Topolino ad Andrea Camilleri.
La storia è raccontata come una sorta da Minni a Tip e Tap: protagonista è un'antenata vittoriana di Minni, Minni Seamouse, pittrice e naturalista, che parte per un viaggio di esplorazione scientifica insieme con Zapotech e con la botanica Trudy a bordo della Challenger, guidata da Mickey Jacktop con piglio autoritario e dispotico, come si conviene per i capitani dell'epoca.
I punti interessanti nella storia sono effettivamente vari. Iniziamo dalla nave: effettivamente è esistita una nave vittoriana con quel nome, la HMS Challenger, nave britannica varata il 13 febbraio del 1858. Questa, per conto della Royal Society compì una spedizione scientifica, nota come Spedizione Challenger, tra il 1872 e il 1876 che compì una serie di interessanti osservazioni naturalistiche che gettarono le basi della moderna oceanografia. In particolare la spedizione si avvalse di due capitani, tre naturalisti e due oceanografi, ovviamente tutti maschi. Infatti, per quanto il mestiere di naturalista ha visto la presenza di molte donne, erano poche quelle che si mettevano in viaggio in giro per il mondo, come ad esempio la tedesca Amalie Dietrich, che portò a termine alcune osservazioni sul campo in Australia.

mercoledì 11 settembre 2019

Solo questione di tempo

Non è facile immaginare che un giorno la natura possa ingoiare qualcosa di solido e colossale come una moderna metropoli. La pura e semplice titanica presenza di una New York City resiste a qualunque sforzo di visualizzarne la dissoluzione. Gli eventi del settembre 2001 hanno mostrato cosa possono fare degli esseri umani con del potente materiale esplosivo a disposizione, ma non ci hanno detto niente di processi rudimentali come l'erosione o la putrefazione. Il rapido crollo mozzafiato delle torri del World Trade Center ci ha fatto capire più cose sugli attentatori che sulla vulnerabilità della nostra infrastruttura nel suo complesso. Anche perché quella calamità, per quanto inaudita, ha coinvolto un numero limitato di edifici. Tuttavia il tempo necessario alla natura per sbarazzarsi dei prodotti della civiltà urbana potrebbe essere meno di quanto sospettiamo.
In assenza della manutenzione, ordinaria e straordinaria, la distruzione ad esempio di un palazzo da parte degli agenti naturali è semplicemente questione di tempo, poche decine di anni, forse un secolo. L'azione del vento e dell'acqua erode gli strati esterni, porta semi di piante che si infilano dentro le crepe, create dagli stessi agenti atmosferici. Questi semi, se attecchiscono, daranno vita a piante che allargheranno le crepe ancora più velocemente del vento stesso, fino a indebolire la struttura dell'edificio, portandolo sempre più vicino al crollo.
Gli agenti atmosferici hanno bisogno di decenni per distruggere le nostre costruzioni. A noi bastano pochi minuti. Spesso senza nemmeno controllare se c'è ancora qualcuno all'interno.
Citazione tratta da Il mondo senza di noi

sabato 17 agosto 2019

Blanca

Con una storia dalla foliazione decisamente abbondante, Jiro Taniguchi realizza quello che può essere ritenuto la versione moderna dei grandi romanzi di Jack London, Il richiamo della foresta e Zanna Bianca.
Protagonista è un eccezionale cane bianco, Blanca, che si è unito a un branco di lupi. Le sue prestazioni sono eccezionali: velocità incomparabili (fino ai 100 km/h), una forza e un'agilità ineguagliabili per qualunque altro canide, addomesticato o selvaggio che sia, attraversa il Nord America con un unico obiettivo, tornare a casa. Alle sue calcagna gruppi di militari mandati da un paese dell'est Europa, tutti puntualmente sterminati da Blanca non appena mostrano ostilità nei suoi confronti.
Il segreto di questo cane eccezionale sta nei suoi geni: l'animale, infatti, è un esperimento genetico di questo paese dell'est Europa, la Repubblica di R., che cerca di trasformare dei cani addestrati in assassini perfetti.
Taniguchi con questa semplice trama sviluppata in maniera appassionante e con grande maestria, riesce a rappresentare un'ambientazione a lui molto congeniale, quella della natura incontaminata, e a proporre un tema interessante e di stretta attualità come il controllo genetico sull'ambiente da parte dell'uomo, il suo arrogante tentativo di piegare la natura ai suoi voleri, imponendo anche un ritmo evolutivo non presente e non facilmente sopportabile dall'ambiente.

lunedì 24 giugno 2019

A due passi dalla città

Nuova gita fuori porta a passeggio in un percorso per lo più ben segnato immerso nella natura, tra alberi e verde in molti punti, ascoltando il frusciare degli alberi, le foglie smosse da animali del sottobosco, mentre gli uccelli tagliano il sentiero e le farfalle ti svolazzano intorno. E con la controindicazione dei moscerini che ti si schiantano in fronte!
Il Parco Groane, a circa un quarto d'ora di treno dalla città, è un'ampia zona di verde in comune tra vari... comuni milanesi! Grazie a una mappa che mi ha portato alcuni mesi fa mia sorella, recuperata da Fà la cosa giusta (che quest'anno ho saltato a causa della coincidenza con Cartoomics), avevo a disposizione una serie di percorsi segnati. In particolare decido di prendere quello da 16 chilometri, percorso in un tempo di circa 3 ore senza troppe divagazioni e con qualche sosta. In particolare questo non è esattamente un percorso chiuso, visto che per ricongiungersi da un lato segnato all'altro bisogna attraversare Pinzano, cosa che è stata possibile solo grazie a Google maps, mentre lungo il tratto ciclopedonale la mappa cartacea era molto precisa relativamente a distanze e curve compiute dalla strada. Molte le biciclette, in particolare lungo il suggestivo Canale Villoresi, che per la direzione che ho preso (esattamente quella opposta a quanto suggerito sulla mappa!) ha costituito l'ultima parte della camminata, percorsa a un ritmo più blando rispetto alla prima e più lunga parte.
A parte l'ambiente abbastanza suggestivo, colpiscono due dettagli, uno positivo, l'altro negativo, o quantomeno non così positivo. Inizio da quest'ultimo: praticamente in nessun punto del percorso, se non l'Arboreto delle Groane e alcuni tratti più addentro nel bosco, ci si trova sufficientemente lontani dalla strada per non percepire il rumore del traffico. Il suono dei veicoli che corrono sull'asfalto è una costante più o meno forte lungo buona parte della camminata.
L'elemento positivo, che è abbastanza chiaro anche dalla cartellonistica oltre che dalla mappa, non è tanto l'organizzazione dell'area, quanto le molte possibilità di percorsi differenti che permettono di poter sperimentare il Parco Groane in modi ogni volta diversi. Con questa chiusura capite bene che ritornare nella zona delle Groane esercita un richiamo che potrei seguire nuovamente in futuro!
Nel frattempo vi segnalo l'album su flickr con tutte le (non molte) foto scattate ieri.

martedì 8 maggio 2018

I nostri cugini primati

Vite vissute con le grandi scimmie, quelle di Jane Goodall, Dian Fossey e Biruté Galdikas e ottimamente raccontate da Jim Ottaviani e Maris Wicks
Jane Goodall, Dian Fossey e Biruté Galdikas sono tre pioniere nello studio dei grandi primati. Comprendere il loro comportamento nell'ambiente, le loro abilità, il loro livello di intelligenza risulta importante anche per comprendere meglio le nostre radici, essendo gorilla, scimmie, scimpanzé e quant'altro i nostri parenti più prossimi.
Gli studi di Goodall sugli scimpanzé, di Fossey sui gorilla di montagna e di Galdikas sugli oranghi ci hanno permesso di aprire il nostro orizzonte verso la possibilità che in natura fossero presenti livelli di intelligenza vicini al nostro. La capacità di adattarsi all'ambiente esterno e in parte modificarlo, di apprendere, la socialità stessa di questi animali, sono tutti elementi che forniscono molte informazioni anche su noi stessi, ma sono state scoperte solo adottando un punto di vista rivoluzionario per l'epoca: avvicinarsi alle comunità di primati studiandoli il più vicino possibile nel loro ambiente naturale. Ed è proprio quello che fecero le tre naturaliste, a volte con qualche eccesso, come mostrato ottimamente da Jim Ottaviani in Primati.
Ottaviani, il nome più noto nel panorama del fumetto scientifico, sceglie di incastrare le tre storie narrandole in prima persona, dando voce alternativamente alle tre ricercatrici. La passione per gli animali che studiano, la vita in ambienti disagiati, le difficoltà nella vita privata vengono raccontate anche con leggerezza e delicatezza grazie alla linea chiara di Maris Wicks. Il tratto preciso ma marcato e la griglia classica di tre strisce da due vignette (con poche variazioni, tutte ben costruite) completano la leggibilità, mentre lo stile del tratto ricorda da vicino serie animate come Esplorando il corpo umano e altre della stessa produzione.
Nel complesso un ottimo libro che accompagna il lettore in una materia spesso trascurata, evidentemente a causa di una certa avversione a confrontarsi con animali che per forma e potenzialità non sono molto differenti da noi.
Recensione uscita su Lo Spazio Bianco e qui ripubblicata nella sua prima versione

lunedì 19 febbraio 2018

Sul perché il blu è un colore raro

Tra le creature viventi, il colore blu è incredibilmente raro. Rocce blu, cielo blu, acqua blu, ... ma animali blu? Sono pochi e lontani tra loro. E quelli che fanno il blu? Lo realizzano in modi molti strani e speciali rispetto agli altri colori. Nel video che segue, vedremo alcune farfalle bellissime che ci aiuteranno a comprendere in che modo gli esseri viventi fanno il blu e perché questo bel colore è così raro in natura.

lunedì 20 luglio 2015

Le zanzare amano. Le zanzare pungono

cc @devicerandom
In questo periodo veniamo punti un po' dappertutto, a destra e a manca. Potrebbe però essere utile questo piccolo vademecum di cose da fare:
Le zanzare prediligono:
La pelle calda; i colori nero, rosso, blu; l'anidride carbonica e il respiro "pesante".

Le zanzare non amano:
Il vento (e il ventilatore); il sudore; gli indumenti chiari; i colori bianco, giallo, verdino. Di notte si lasciano incantare (attirare, intrappolare) dalla luce, l'anidride carbonica, i raggi ultravioletti.
Sono respinte dal profumo di citronella, eucalipto, geranio, menta, e da repellenti sintetici.
Le addormentano e le uccidono il epiretro e i piretroidi di sintesi (alletrine).
E' tratto dall'appendice di Zanzare, un libro leggero e veloce nella lettura di Alessandra Lavagnino che ho scoperto grazie a devicerandom, che ne parla molto bene (tanto da utilizzarlo come esempio di buona divulgazione scientifica) e così, quando il volumetto mi capita tra le mani nella libreria di Reminders in via Paolo Sarpi, non potevo lasciarmelo sfuggire!
In effetti il libricino, un centinaio di pagine incluse le note, a parte gli errori di battitura, che in quello che viene venduto come scarto sono più che comprensibili, è scritto in maniera molto scorrevole e in molti punti anche colloquiale. Forse troppo: alcuni passaggi, infatti, sembrano quasi rivolti a un bambino, sfiorano lo stile favolistico per essere più precisi, restando comunque coerenti con l'idea di fondo: quella di raccontare una storia, e più precisamente la storia delle zanzare dalla preistoria ai giorni nostri e la loro importanza nella vita e nell'evoluzione dell'uomo, anche culturale (grazie allo sviluppo di tecniche per limitarne sviluppo e azione). Perché probabilmente, al netto delle zanzare che pungono e via verso un altra preda (le piccole Culex pipiens) o quelle che zitte zitte attaccano anche col sole (le Aedes) o ancora quelle che attaccano al tramonto o poco prima dell'alba e che preferiscono suggere il sangue da un solo donatore (le Anopheles), ciò che alla fine è realmente stupefacente è come questi piccoli, fastidiosi insetti siano diventati importanti sia per la storia che ci raccontano (come ogni cosa in natura, d'altra parte), sia per il legame simbiotico che hanno stretto con gli esseri umani.
Un'ultima nota, prima di chiudere, una informazione di servizio: i zanzaroni che ogni tanto vedete in giro, le tipule (un tipico esemplare illustrato nell'immagine estratta dal libro), sono abbastanza innocui per gli esseri umani, poiché discendono direttamente dai progenitori delle zanzare, che non avevano alcuni apparati per pungere. Potrebbero, invece, provocare dei danni indiretti sulle coltivazioni, ma questa è una storia che Alessandra Lavagnino non ha affrontato, ma questa mancanza, in fondo, nulla toglie alla gradevolezza del saggio.

domenica 14 settembre 2014

Appendice: Atom, Topolino, Flash Gordon e il fico strangolatore

Queste poche righe sarebbero dovute comparire nel post dedicato a L'armata Hot Dog, ma la memoria, fino a settimana scorsa, ha difettato. Poi, grazie allo stimolo del volume Le follie di Eta Beta, ecco che la memoria ritorna.
Iniziamo con la scena dalla storia lunare in cui Atom si trova invischiato tra i tentacoli guardiani lasciati dal perduto popolo dei lunatici:
La drammatica scena ricorda e non poco una analogamente drammatica scena disegnata da Floyd Gottfredson ne La spia poeta in cui Topolino si trova catturato dai voraci rami di un albero strangolatore, lì legato dal sosia di Oscar Wilde:
A sua volta questa scena è (probabilmente) ispirata a un'altra drammatica scena viasualizzata da Alex Raymond nel gennaio del 1937 sulle strisce di Flash Gordon, in cui l'eroe titolare della serie viene messo in difficoltà da una pianta assassina dotata di liane mobili come i bracci di una piovra:
E', dunque, un incastro di ispirazioni: se non è da escludere la possibilità che Osamu Tezuka conosca Flash Gordon, è forse più probabile che la fonte d'ispirazione principale sia proprio il Topolino di Gottfredson e la sua Spia poeta.
Ultima osservazione: un albero strangolatore esiste realmente in natura, ma è parassitario non degli animali ma di altri alberi. Il fico strangolatore, o Ficus watkinsiana, deriva il suo nome comune dal fatto che
(...) cresce lentamente attorno agli altri alberi e si avviluppa attorno ad essi con le radici, che raggiungono il suolo e arrivano anche al punto di soffocare la pianta ospite privandola della luce e delle sostanze di nutrimento.

domenica 7 luglio 2013

Una gita all'acquario

Ieri siamo andati a visitare l'Acquario Civico di Milano. E' stata una visita molto bella e interessante, tra le vasche con vari tipi di pesci e una ricostruzione il più precisa possibile degli habitat naturali delle varie specie. In particolare, in occasione della vasca dei pesci tropicali, ho realizzato il piccolo video qui sotto, dove ho utilizzato i primi trenta secondi di Giochi di luce di Andrea Carri come colonna sonora:
Abbinato alla vasca un poster sulla tropicalizzazione del Mediterraneo:

domenica 17 giugno 2012

Una gita al parco

Il Parco Sempione è il parco del Castello sforzesco. E' anche il parco più grande e direi più frequentato di Milano. Venerdì, visto che in ufficio non c'era nessuno in pausa pranzo, ho preso i miei panini mozzarella e tonno e sono andato a far la pausa al parco, che è lì vicino all'Osservatorio di Brera.
Appena entrate nel parco da quello che possiamo considerare l'ingresso principale (bisogna, però, prima attraversare i cortili interni del castello), lì in fondo nella fotografia di apertura, è l'Arco della Pace:
Ho scattato un po' di foto in giro, come potrete immaginare: ad esempio un paio di formiche che corrono su un corrimano:
o una famigliola di papere che sguazzano nell'acqua:
Le foto scattate sono nella galleria qui sotto, che potrebbe venire aggiornata in futuro: