La fiera della scienza
Come ogni scuola statunitense, anche la Jeremy Ratt di Topolinia organizza una piccola fiera della scienza per presentare i progetti scientifici dei propri studenti. In particolare è ospite dell'ultima fiera il governatore del Calisota e dunque viene posta una certa attenzione in particolare a uno degli studenti più esuberanti, Paperino. In particolare quest'ultimo decide di realizzare il progetto per la fiera insieme con Pippo.Il progetto che i due propongono, al quale Pippo stava già lavorando in maniera indipendente, è quello della programmazione e costruzione di un piccolo robot in grado di salutare e rispondere a qualche domanda. Di fatto è un tipico progetto di coding, dove si combina la programmazione, spesso utilizzando programmi abbastanza semplici come Scartch che permettono di combinare i pezzi di codice in maniera visuale, con la costruzione vera e propria di un piccolo automa elettrico, che successivamente compirà le istruzioni presenti nel codice. Ovviamente è possibile anche realizzare un algoritmo che permette di controllare dall'esterno il robot.
Progetti di questo genere sono molto utilizzati nella didattica alternativa, in particolare per le scuole inferiori (medie ed elementari, per usare i termini colloquiali), e in particolare l'INAF li propone a molte scuole tramite l'ottimo lavoro fin qui svolto soprattutto dalla sede di Bologna. Il progetto nel quale Paperino trascina Pippo è leggermente più complicato: programmare il robot in maniera tale da essere gentile con gli ospiti, in particolare con il governatore, ospite della fiera.
Il problema, però, è la raccolta delle informazioni, che alla fine si rivela non così affidabile, rendendo un progetto di fatto perfetto fonte di guai e di gag a getto continuo. Come al solito con storie ricche di gag il contributo di Intini è efficace nel visualizzarle al meglio, anche se ciò che lo contraddistingue rispetto agli altri suoi colleghi che si sono alternati sulle pagine di Young Donald Duck è l'ampia varietà di animali antropomorfi che propone, come giusto che sia per una scuola prestigiosa frequentata da studenti provenienti da tutto il Calisota.
Nel complesso la saga ha avuto il merito di trasportare nell'era moderna il giovane Paperino con il suo carico di esuberanza. Se all'inizio poteva sembrare una sorta di prosecuzione di Paperino paperotto, se ne stacca abbastanza velocemente già con il secondo episodio. L'alternanza di tematiche e di disegnatori ha dato un certo dinamismo alla saga, indubbiamente caratterizzata da storie ricche di ritmo e di gag oltreché dei classici cliché dell'eta adolesceniale. Anche la collaborazione ai testi e in alcuni casi anche ai soggetti di Alessandro Ferrari ha permesso di avere un punto di vista leggermente differente rispetto ad Artibani e Ambrosio: anche se nel complesso i tre autori sono riusciti ad allineare abbastanza gli stili narrativi, Ferrari è sembrato molto più vicino ad Artibani che non ad Ambrosio.
Il finale aperto è, poi, una promessa di prosecuzione della saga (in parte confermata dallo stesso Artibani su twitter), che dovrebbe spostare questa volta l'azione su Paperopoli. E questa è indubbiamente una buona notizia, considerando che c'è bisogno di un Paperino caratterizzato al modo di Young Donald Duck, visto che negli ultimi anni il personaggio era stato fossilizzato, salvo rari esempi, sul modello martiniano.
Non ho nulla contro la caratterizzazione di Paperino sviluppata da Guido Martina: molte delle storie pubblicate su Classici e Grandi Classici tra infanzia e adolescenza erano scritte proprio da Martina, ed erano sostanzialmente divertenti, il che era proprio quello che si chiedeva. Il Paperino del settimanale, invece, era però migliore, più attento ai nipotini, nonostante dovesse comunque farsi rispettare, e molto meno indolente. A scriverlo c'erano autori barksiani, che peraltro scoprii grazie a un Almanacco Paperino regalatomi da un cugino che era una vera e propria monografia di sue storie. Su tutti era soprattutto Fabio Michelini a sviluppare un Paperino sì pasticcione, ma non attaccato all'amaca e sempre impegnato in qualche progetto particolare. E alla fin fine è proprio quel Paperino lì che Young Donald Duck recupera con grande efficacia.
Mistero nella notte
A parte la conclusione di Young Donald Duck e la storia in due tempi di Massimo De Vita, Topolino #3331 propone poco che vale la pena di leggere veramente. Qui, Quo, Qua e il patto dei cugini è, dunque, l'unica altra storia del sommario che mi sembra valga la pena aggiungere a questo articolo.Scritta da Carlo Panaro, inizia con una pagina non così classica per lo sceneggiatore: una scena noir in cui Paperino, Paperoga e Gastone si incontrano per mettersi d'accordo su un progetto segreto. La storia, poi, prosegue in un modo apparentemente usuale, con Paperino che passa il tempo a dormire. Ciò che alla fine non mi spinge a chiudere la rivista e abbandonare la lettura è proprio l'aura di mistero che Panaro riesce a infilare tra una vignetta e l'altra: non è solo Paperino a dormire, ma anche Paperoga e Gastone, mentre Paperone, di fronte alle preoccupazioni dei nipotini, sembra sottovalutare la faccenda, anche se da la sensazione di saperne più di così.
La storia, che presenta altre scene al limite del noir, è disegnata da Emilio Urbano, ma la sua linea chiara non è sembrata così efficace in tali situazioni e forse avrebbe giovato una colorazione meno piatta rispetto a quella standard.
Tutto sommato una storia gradevole e in un certo senso inusuale per Panaro.
Settimana prossima si tornerà a "parlare" di scienza anche qui su DropSea, ma ancora non so con quale storia, visto che dall'anteprima del prossimo numero dovrebbero arrivare ben due storie a tema!
On Twitter, Francesco Artibani asked his fans to produce more stories of Young Donald Duck and that continuation of the saga will continue to support fan arts with Esteban. The upcoming story of YDD is where Donald reunite his duck friends such as Della, Fethry and Gladstone.
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