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Spirito di squadra
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Questo sbilanciamento, però, non produce alcun effetto sulla qualità della storia scritta da Bruno Enna, che, prendendo nel suo complesso i due episodi, si concentra su un concetto fondamentale nello sport così come nella musica: la costruzione dello spirito di squadra.
I ragazzi della squadra di Paperino, infatti, si dimostrano compatti nel difendere Paperoga, nonostante i suoi metodi di allenamento... originali, che anzi hanno avuto il merito di costruire efficacemente proprio questo spirito. La band di Qua, d'altra parte, attraversa un momento di crisi a causa di Duke, che il nipotino ha voluto come manager della band. Alla fine è un gesto di amicizia reale a rendere la band ancora più unita, incluso lo stesso bulletto.
Ora l'attesa va al gran finale della settimana prossima, e la speranza è che la conclusione sia in qualche modo aperta, non nel senso che le trame non vengano concluse, ma che sia data la possibilità non solo a Enna ma anche ad altri autori di proseguire con la strada delle caratterizzazioni distinte dei tre gemelli.
Nel magico mondo dei giochi di ruolo
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In effetti, vuoi per la tematica, vuoi per il ritmo, vuoi per l'equivoco di fondo della storia, evidente ai lettori ma non per questo meno apprezzato, vuoi per il recupero in alcune vignette delle atmosfere alla X-Mickey, Grufus il magnifico è il migliore degli episodi fin qui realizzati all'interno della serie. Inoltre mi piace sottolineare come, proprio con D'Ippolito, spuntino sullo sfondo un paio di personaggi non-uccelli, piacevole presenza considerando che la saga è ambientata a Topolinia e non a Paperopoli!
L'isola dei ladri
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I Bassotti, infatti, dopo l'ennesima rapina ai danni di Paperone, questa volta con un discreto successo per numero di sacchi sottratti, si dirigono sull'isola di Lestofanzia, stato autonomo che protegge i furfanti. Evidente trasposizione disneyana dei paradisi fiscali, lascia un po' perplessi la sua desolazione abitativa, mentre la storia si sviluppa con un buon ritmo grazie all'alternarsi delle gag, con protagonisti i Bassotti. L'impianto, evidentemente classico, da però modo a Donald Soffritti di sviluppare al meglio il suo tratto rotondo e cartoonesco e di proporre alcuni delizioni animali antropomorfi non usuali come il poliziotto ippopotamo o la spia topo di fogna. In particolare quest'ultimo molto cavazzaniano.
Una storia non epocale ma indubbiamente gradevole e utile per chiudere degnamente un numero nel complesso molto buono anche grazie ai redazionali, segno distintivo della nuova direzione di Alex Bertani rispetto a quella precedente di Valentina De Poli, che pur con tutti i meriti a lei ascrivibili e nonostante abbia pagato in prima persona per scelte dell'editore, almeno relativamente a Topolino aveva effettivamente impoverito troppo la parte redazionale della rivista.
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