Non è facile immaginare che un giorno la natura possa ingoiare qualcosa di solido e colossale come una moderna metropoli. La pura e semplice titanica presenza di una New York City resiste a qualunque sforzo di visualizzarne la dissoluzione. Gli eventi del settembre 2001 hanno mostrato cosa possono fare degli esseri umani con del potente materiale esplosivo a disposizione, ma non ci hanno detto niente di processi rudimentali come l'erosione o la putrefazione. Il rapido crollo mozzafiato delle torri del World Trade Center ci ha fatto capire più cose sugli attentatori che sulla vulnerabilità della nostra infrastruttura nel suo complesso. Anche perché quella calamità, per quanto inaudita, ha coinvolto un numero limitato di edifici. Tuttavia il tempo necessario alla natura per sbarazzarsi dei prodotti della civiltà urbana potrebbe essere meno di quanto sospettiamo.In assenza della manutenzione, ordinaria e straordinaria, la distruzione ad esempio di un palazzo da parte degli agenti naturali è semplicemente questione di tempo, poche decine di anni, forse un secolo. L'azione del vento e dell'acqua erode gli strati esterni, porta semi di piante che si infilano dentro le crepe, create dagli stessi agenti atmosferici. Questi semi, se attecchiscono, daranno vita a piante che allargheranno le crepe ancora più velocemente del vento stesso, fino a indebolire la struttura dell'edificio, portandolo sempre più vicino al crollo.
Gli agenti atmosferici hanno bisogno di decenni per distruggere le nostre costruzioni. A noi bastano pochi minuti. Spesso senza nemmeno controllare se c'è ancora qualcuno all'interno.
Citazione tratta da Il mondo senza di noi
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