Stomachion

domenica 1 settembre 2019

Topolino #3327: Ah, gli adolescenti!

Dopo aver esaminato la seconda storia a sommario, dove si affronta l'argomento dei computer quantistici, non resta che andare a vedere il resto delle storie lunghe. All'interno di queste, rispetto a quanto annunciato in precedenza, viene scartata dal sommario la storia in costume con i personaggi topolinesi, Minni e il gioiello dell'impero, per fare posto a Reginella e il crapulongo sbadigliante, che era saltata a causa della ristampa della prima storia di Topalbano, omaggio al recentemente scomparso Andrea Camilleri. Iniziamo, però, dalla nuova saga in 6 puntate che esordisce questa settimana:
Tempo di crescere!
Generalmente i tre nipotini sono protagonisti indiscussi delle storie solo quando indossano il cappello delle Giovani Marmotte. Di fatto le occasioni che gli autori si sono concesse per approfondire i nipotini al di fuori di questo contesto sono sempre state molto poche. Il problema di fondo, come affermava Luciano Bottaro e altri autori dopo di lui, è che spesso gli autori pensano ai nipotini come a i tre gemelli che si completano le frasi a vicenda. E questo li rende antipatici agli stessi autori disneyani. Eppure nel corso degli anni ci sono stati vari esempi di autori che hanno cercato di approfondire i tre personaggi. Il primo di tutti è stato ovviamente Carl Barks, sia dando loro un ruolo attivo nelle avventure di ampio respiro, sia con la creazione del corpo delle Giovani Marmotte. Al di fuori di questi schemi, però, lo stesso Barks tornava spesso alla caratterizzazione originale dei tre discoli.
Uno dei primi esempi di storie non banali che approfondiscono i tre personaggi in maniera distinta uno dall'altro è stato Il tempo delle mele di Massimo Marconi e Massimo De Vita. Ispirato all'omonimo film del 1980 di Claude Pinoteau con una giovane Sophie Marceau, di fatto affronta anch'esso i problemi della crescita attraverso uno degli eventi più importanti e spesso traumatici dal punto di vista dei maschi: l'amore. Marconi decide, infatti, di rompere l'idillio tra i tre nipotini facendo innamorare Quo di Paperella, nipote di Paperina appena arrivata in città. Le scene in bagno e il "rimambimento" generale di Paperino per Paperina che vediamo nella saga Young Donald Duck in corso di pubblicazione in queste settimane su Topolino sembrano ispirate proprio alle analoghe scene che compaiono ne Il tempo delle mele disneyano.
Un modo un po' più classico per approfondire il legame tra i nipotini e Paperino, ma anche le dinamiche all'interno del trio, è invece Il quarto nipotino di Nino Russo e di un ignoto autore del Comicup Studio. In questo caso Paperino si inventa l'esistenza di un quarto nipotino, più diligente rispetto a Qui, Quo, Qua, generando la reazione dei tre che iniziano a far impazzire lo zio interpretando a turno l'inesistente Que.
Più di recente ecco l'arrivo dei Whizz Kids di Vito Stabile ed Emilio Urbano sui Toplino ##3276, 3277, 3278 e 3279. In questo caso le dinamiche tra i nipotini vengono gestite dando loro tre superpoteri differenti, sfruttando il genere supereroistico, che sta spopolando al cinema. Non ripeto qui quanto scritto sull'efficacia dell'operazione, ma questa saga è indicativa di un fatto molto semplice: una maggiore attenzione sui nipotini e sulla possibilità di fornire loro caratterizzazioni leggermente differenti.
Una nuova saga in qualche modo non dissimile è Il grande gioco geniale di Bruno Enna, saga dedicata ai 500 anni di Leonardo da Vinci non esente da difetti ma con un pregio non indifferente, oltre agli omaggi a Leonardo: iniziare ad approfondire in maniera non banale Qui, Quo, Qua.
E lo sceneggiatore sardo prosegue quanto iniziato con Il grande gioco geniale con la nuova saga Tre paperi in gioco disegnata dal sempre in forma Alessandro Perina, disegnatore che dimostra ancora una volta di trovarsi leggermente più a suo agio con i paperi (sicuramente lo è con le copertine, visto che la maggior parte delle sue illustrazioni peggiori nelle cover sono topolinesche). Enna, a differenza degli autori che lo hanno preceduto, spinge sull'acceleratore delle divergenze tra i nipotini, senza però utilizzare l'escamotage di superpoteri differenti, ma con uno degli elementi più classici nella vita di ognuno di noi: il cambiamento dovuto alla crescita.
Il primo episodio, Tre per uno, è un lungo flashback raccontato al telefono da Paperino a Paperina. Lo zio è preoccupato perché nell'ultimo periodo l'armonia tra i tre gemelli ha iniziato a rompersi: interessi differenti, risposte piccate, strade diverse per andare a scuola. In particolare, mentre Qua si interessa di musica, ascoltandola ogni volta che è possibile, Qui e Quo iniziano ad agire uno opposto all'altro quasi solo per dispetto, con in particolare Qui che mostra comportamenti irascibili molto simili a quelli di Paperino. Questo piccolo dettaglio sembra in qualche modo confermato dalla scelta di Quo di giocare a calcetto nella squadra di Anacleto Mitraglia e soprattutto dalla sua battuta: Ha promesso che non urlerà, come fai tu!
Paperino, infatti, per ristabilire l'armonia, prova a dare vita a una squadra per il torneo di quartiere composta proprio dai tre nipotini e affidata a Paperoga come allenatore. Ovviamente Qui farà parte della squadra di Paperino, mentre Qua seguirà le sue inclinazioni musicali, separando così le storie dei tre nipotini. Sarà interessante vedere come queste caratterizzazioni verranno sviluppate e in che modo verrà ristabilita l'armonia tra i tre, sperando che queste differenze non vengano abbandonate non solo dallo stesso Enna, ma anche dagli altri autori disneyani.
A cavallo di uno squalo
Emblema del quarto episodio di Young Donald Duck è indubbiamente la vignetta a sviluppo orizzontale in cui Paperino, trascinato in aria da un tornado, cavalca uno squalo sotto gli occhi di Paperina e Minni e dell'amico Topolino che registra un video della prodezza di Paperino da postare sui social.
In effetti Il re delle onde, scritta da Stefano Ambrosio, cocreatore della saga con Francesco Artibani, insieme con Alessandro Ferrari, spinge sempre di più su un'ambientazione temporale attuale rispetto ai primi episodi che non contenevano alcun riferimento specifico, tanto da poter considerare Young Donald Duck come un prosieguo, anche temporale, di Paperino paperotto. Anche la presenza di una LIM nella quadrupla di apertura è indicativa di questa scelta temporale ben precisa, che a questo punto va accettata come il modo più semplice che gli autori hanno adottato per avviginarsi alla generazione degli adolescenti.
L'avventura, come suggerisce il titolo, è di gusto estivo e vede la classe di Paperino in gita sulla spiaggia di Topolinia. Bella, veloce, dinamica e divertente, ha anche un gusto molto da cartone animato classico, anche grazie ai disegni di Francesco D'Ippolito che per l'occasione abbandona il tratto spettacolare e quasi realistico che lo contraddistingue per adottarne uno più cartoonesco, indubbiamente più adatto alla storia di Ambrosio e Ferrari. Altro elemento interessante è come Paperino si sta integrando nel gruppo e soprattutto come si sta ben cementificando il rapporto con Topolino, che si trasmorma così nella metafora del passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Non è un caso, infatti, che nella storia viene anche proposto un confronto indiretto tra Topolino e Meo Porcello, che abbiamo visto nella prima storia di Young Donald Duck, e che alla fine vede la bilancia pendere proprio su Topolino.
Nonna Papera su Pacificus
Dopo gli eventi narrati ne La regina fuori tempo, Paperino e Reginella hanno perso i ricordi l'uno dell'altra per preservare la stabilità non solo dei rispettivi pianeti, ma anche di tutto l'universo. Se il finale aperto ha lasciato a Bruno Enna la possibilità di ritornare sull'argomento e magari sanare in qualche modo la situazione, nel frattempo la reintroduzione del personaggio di Reginella andava in qualche modo sfruttato. Così, come mi avevano già accennato, I cristalli di Pacificus, uscita su Topolino #3264, è stata la prima di una serie di storie di Vito Stabile in cui personaggi differenti di Paperopoli interagiscono con Reginella e il pianeta Pacificus.
Dopo Paperone e i nipotini ne I cristalli di Pacificus, tocca a Nonna Papera ne Il crapulongo sbadigliante. La storia è di gusto culinario e prende le mosse dalla partenza nello spazio della cuoca di corte su Pacificus, che poi torna sul suo pianeta per lasciare in una sorta di vacanza-studio Nonna Papera. Nel frattempo Reginella ha preso alle sue dipendenze la zia Marinette, che non vede di buon occhio la terrestre e i piatti che cucina. Il nodo centrale della storia, però, è l'indigestione del crapulongo, un incrocio tra un orso e un procione, che si sveglia una volta l'anno per ingozzarsi ma che questa volta, dopo aver divorato una torta di Marinette, non riesce a riprendere sonno.
A parte l'idea di fondo della serie, ovvero mettere a confronto Reginella con i parenti di Paperino mantenendo intatto lo status quo attuale, che già di per se è un tradimento della saga originale di Rodolfo Cimino nonostante la bellezza della storia di Enna e Perissinotto, ci sono anche alcuni dettagli che fanno un po' storcere il naso.
Innanzitutto è la differenza temporale tra Pacificus e la Terra, già presente nelle storie originali di Cimino, che in un'era sempre più scientifica rischia di essere mal digerito anche dai lettori più giovani e che può far piacere solo ai nostalgici della saga. D'altra parte i toni favolistici di Cimino, già in parte scomparsi ne La regina fuori tempo, spariscono completamente in queste prime due storie di Stabile su Pacificus e forse avrebbe più senso sostenere che Pacificus appartiene a un universo parallelo e non al nostro stesso universo, visto che questa differenza temporale porrebbe non pochi problemi di interazione tra terresti e pacifichiani.
Altro elemento che stride, e che potrebbe venire notato anche dal lettore giovane, è che non solo la responsabilità della cucina grava sulle spalle di un'unica cuoca, ma anche il numero di componenti della cucina reale è ridotto a una sola unità, la cuoca stessa, il che rende letteralmente improba l'impresa di cucinare per una corte di centinaia di persone. Qualcuno potrà obiettare che non si è vista Marinette nelle cucine reali, che però sono rappresentate nella terz'ultima vignetta, dove Alessia Martusciello disegna una piccola cucina casalinga!
Infine la minaccia a Reginella, che in questo caso non è esterna come in tutte le altre avventure della serie, ma interna, generata da invidia e sete di potere che però non vengono introdotte dall'esempio di qualche abitante proveniente da fuori Pacificus, ma generata all'interno della sua popolazione, nonostante questa abbia da secoli cancellato le invidie interne. E questo non è semplicemente stupefacente, ma va proprio contro uno degli elementi fondamentali di Pacificus così come lo aveva immaginato Cimino. E questo è un difetto decisamente ben più grave di qualunque pulsante di richiamo temporale gli autori si possano scordare all'interno di una storia sulla macchina del tempo.

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