Topolinia 20802
La serie Topolinia 20802, all'interno della quale si pone Maratona con contratto esordì nel 2009 su Topolino #2811. Ideata da Vitaliano, la storia venne sviluppata in quattro parti dallo stesso Vitaliano insieme con la collaborazione di Alberto Savini e Giorgio Salati ai testi e Casty, Giuseppe Dalla Santa, Marco Ghiglione e Lorenzo Pastrovicchio.Evidentemente ispirata per filosofia e ambientazioni al Mickey Mouse Mystery Magazine, Topolinia 20802 aveva però anche alcune profonde differenze: Topolino non veniva spostato di città, ma solo di quartiere, passando dalla sicurezza di un'abitazione in periferia al caos del centro, costringendolo al contempo ad affittare un appartamento vicino al giornale dove trova impiego, il Topolinia Daily. Inoltre il suo comunque invidiabile curriculum (tra detective e giornalista) non gli rende la vita più semplice, ma anzi inizia dalla gavetta per dimostrare tutto il suo valore. Pur risultando, alla fine, un mix più equilibrato e accettabile per il lettore tradizionale disneyano rispetto a MMMM (gli amici di Topolino sono comunque presenti nella serie) ha ricevuto ben poco spazio sul settimanale arrivando a collezionare sei storie, inclusa quella uscita su Topolino #3278, di cui soltanto le prime due a puntate.
Diritto di cronaca
Come Run Run Run, di Riccardo Secchi e Paolo Mottura pubblicata su MMMM #9, anche Maratona con contratto vede la classica corsa sportiva per le strade della grande città al tempo stesso sfondo e protagonista della storia. Mentre, però, nel classico hard boiled realizzato da Secchi e Mottura Topolino partecipa alla corsa all'inseguimento delle bombe disseminate da un bombarolo disturbato, in questo caso la maratona è più un disturbo, presente essenzialmente nella prima delle due parti in cui la storia è divisa. E il disturbo non è solo dovuto al fatto che taglia la città mentre Topolino deve attraversarla per raggiungere lo studio di un avvocato truffaldino e del suo socio per impedire che il loro inganno vada a compimento, ma anche all'impegno affidatogli dal direttore del Topolinia Daily: scrivere un articolo sulla maratona stessa, che ovviamente si aggiunge all'articolo sulla truffa dei due trafficoni di cui sopra.Gli ingredienti per una bella storia ci sono tutti, e il risultato finale è indubbiamente gradevole, ma con un piccolo difetto: i toni brillanti delle battute e lo stile lineare della sceneggiatura non riescono a far emergere la tensione che una trama del genere avrebbe naturalmente in se.
La storia, però, inizia con una bella chicca stilistica: sia le didascalie sia le scene disegnate dall'ottimo Limido richiamano alla memoria i cartoni animati classici con Pippo protagonista, in particolare quelli in cui viene raccontata la vita di città del lavoratore stressato. Il tutto in un prologo alla storia gustoso e divertente che ben dispone il lettore nel prosieguo.
Inoltre Limido si presenta con il solito tratto rotondo ma molto gottfredsoniano soprattutto nei personaggi di contorno, mostrando anche una buona capacità nel tratteggiare vignette di gusto cinematografico.
Per cui, nonostante non soddisfi appieno il palato degli amanti del genere thriller e sui sottogeneri, la storia risulta indubbiamente gradevole e di ottimo livello.
La fortuna di Paperino
Nel momento in cui la fortuna di Gastone venne codificata come tale, il personaggio ha subito una caratterizzazione tra le più monocordi di tutto il panorama disneyano. Salvo rarissimi casi, il cugino di Paperino è spesso tratteggiato come lo sbruffone di turno che si vanta dei suoi colpi di fortuna casuali e al limite dell'impossibile. Non ricordo il titolo della storia o degli autori, ma in un'occasione (o forse due) Gastone afferma che la fortuna in qualche modo va a cercarsela grazie alle sue doti di osservatore. E' abbastanza evidente, però, che tale caratterizzazione di Gastone non è efficace per realizzare gli scontri verbali (e a volte anche fisici) con Paperino, ma non spiega nemmeno fino in fondo perché il cugino sfortunato continua a incontrarsi con quello fortunato nonostante sappia a cosa andrà incontro: uscire incontrollabilmente fuori dai gangheri!Proprio dopo l'ennesimo episodio del genere Paperino all'improvviso viene travolto da un periodo di eventi fortunati a ripetizione raccontati ne La fortunissima calamitosa di Carlo Panaro e Maurizio Amendola. La storia, abbastanza gradevole, sembra però la risposta alle lamentele sulla caratterizzazione di Paperino che si è imposta negli ultimi tempi su Topolino: è l'inevitabile condizione di Paperino, quella di essere vessato (in ordine sparso) dalla sfortuna, dallo zione, dai debiti, ma solo in questo modo Paperino riesce a mantenere i collegamenti familiari che rendono ricca e interessante la sua vita. Il che sarebbe indubbiamente vero, se non ci si ostinasse a presentare un Paperino sconfortato invece di quello dinamico tipico di Carl Barks o, per restare in Italia, di Fabio Michelini.
Indubbiamente La fortunissima calamitosa è una variazione interessante sul tipico soggetto che si è letto ultimamente su Topolino, ma per ora resta ancora poca cosa rispetto alle potenzialità del personaggio.
Sulle ali della fantasia
E' fuor di dubbio che quando Quo si trova a cavallo del dragone blu nel corso del terzo episodio dei WhizzKids in una bella scena disegnata dall'ottimo Emilio Urbano, i due autori, il soggettista Stefano Munarini e lo sceneggiatore Vito Stabile si stanno riferendo a La storia infinita, in particolare al film del 1984 di Wolfgang Petersen tratto dall'omonimo romanzo di Michael Ende. Ad ogni modo, nonostante il riferimento pop e una qualità mediamente migliore dell'episodio rispetto ai due precedenti, la storia continua a restare sostanzialmente egmontiana, mentre continuo a restare convinto che utilizzando le Giovani Marmotte e non i supereroi la storia sarebbe risultata più efficace, in particolare per quel che riguarda il ritmo, oltre che un'atmosfera molto più corale, anche se in questo modo sarebbe stato indubbiamente più difficoltoso gestire gli screzi tra Qui, Quo e Qua.
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