Stomachion

lunedì 17 settembre 2018

Anni luce

In un anno la luce viaggia per quasi dieci milioni di milioni di chilometri.
Vola dal sole alla terra in otto minuti. Attraversa l’intero sistema solare in 11 ore.
La luce arriva fino alla stella più vicina della nostra galassia, Alfa Centauri, in quattro anni, quattro anni freddi e abbaglianti. Ma ci sono centinaia di migliaia di stelle, nella nostra galassia.
Dopo ottantamila anni di viaggio tra vapore interstellare, polvere e stelle, la luce ha attraversato la galassia. Ma si tratta soltanto di una galassia tra un numero inimmaginabile di galassie. La luce di almeno centomila milioni di galassie viaggia verso di noi, dentro di noi, oltre noi.
La luce impiegherebbe migliaia di milioni di anni per attraversare l’intera porzione di universo osservabile. Ma per noi un solo anno è un tempo lunghissimo; guarda quanta strada ha già fatto, la luce.
Con una descrizione di questo genere nel prologo un romanzo come Anni luce di Maggie Gee non poteva non conquistarmi immediatamente. Il problema è che, nonostante l’ottima scrittura dell’autrice, i punti di interesse del libro sono proprio le digressioni scientifiche (soprattutto astronomiche) iniziali e finali (e a volte anche al centro) di ciascun capitolo. Denotano, già solo leggendo quella che ho messo qui sopra, la cifra stilistica del romanzo: partire da una panoramica iniziale (che può anche essere di genere “intimista”) per scendere fino al protagonista.
L’idea del romanzo, comunque, è racchiusa tutta nelle ultime righe della citazione da cui sono partito: raccontare tutto quello che succede in un anno a una coppia, Lottie e Harold, agiata, che improvvisamente scoppia, e al figlio di lei, Davey, che si ritrova in mezzo ai due litiganti in un momento delicato del suo processo di crescita.
Un prologo, un epilogo, 12 mesi, 52 capitoli, un intreccio di vite dalla separazione fino allo scontato ricongiungimento in cui i protagonisti alla fine guadagnano una conoscenza reciproca più profonda e consapevole. Un romanzo che, alla fine, si regge soprattutto sulle capacità narrative e di approfondimento dei personaggi dell’autrice.

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