Stomachion

domenica 30 settembre 2018

Topolino #3279: di calcio, matematica e supereroi

Le celebrazioni per il novantesimo compleanno di Topolino si interrompono per necessità pubblicitarie: una serie di cinque avventure legate alle Topo Cards, uno speciale pacchetto disneyano delle Cards che Panini ha realizzato in luogo delle classiche figurine dei calciatori.
Prima di esaminare le storie di Topolino #3279 vorrei, però, scrivere due parole su:
Che aria tira a Paperopoli
Con un'unica vignetta Silvia Ziche riesce a sintetizzare non solo la situazione di Paperino all'interno di Topolino, ma anche quella della società, italiana e non solo, schiacciata dalla gerontocrazia. Zio Paperone, infatti, a un Paperino lucidatore di monete che borbotta sulle sue potenzialità, risponde:
Si dà il caso che quelli per essere un numero uno ce li abbia tutti io.
Il problema non è tanto la vignetta della Ziche (come autrice si prende la libertà di scherzare su qualunque aspetto dei personaggi disneyani, e dunque della società), quanto il fatto che, come ormai scrivo da tempo, la maggior parte delle storie con Paperino protagonista che non rientrano nei cappelli di Duoble Duck, PK o Paperinik, salvo rare eccezioni (come a volte capita a Carlo Panaro) hanno esattamente l'atmosfera catturata dalla vignetta iniziale dell'autrice.
Per cui anche una storia come quella che apre l'attuale Topolino #3279 risulta una bella e fresca variazione sul tema.
La sfida corre sulla rete
Marco Bosco con Il megatorneo si conferma lo sceneggiatore del lato femminile disneyano, raccontando della nuova baruffa amorosa tra Paperino e Paperina aggiornata ai tempi moderni.
Motivo del contendere è il torneo calcistico virtuale basato su carte da collezione simili alle cards messe in commercio da Panini in occasione dell’inizio del nuovo campionato di calcio italiano. La storia, dunque, si configura come la classica avventura di stampo promozionale che sempre più o meno periodicamente sono comparse su Topolino, sufficientemente slegate dall’evento o dal prodotto da promuovere da risultare comunque godibili anche senza conoscere uno o l’altro.
Ad ogni modo la diatriba tra i due fidanzati scatta quando Paperino, il miglior giocatore on-line al mondo, mette in dubbio le capacità intellettive della fidanzata di poter affrontare con efficacia un gioco del genere.
La storia di Bosco sembra, da alcuni dettagli, svolgersi nell’arco di una settimana, in particolare in due fine settimana distinti: a suggerire tale supposizione è il fatto che i nipotini impiegano il loro tempo a giocare e non a studiare come avverrebbe in un qualunque altro giorno feriale. Questa interpretazione temporale, però, non elimina la perplessità sul fatto che l’unica papera del gruppo che sembra lavorare sia solo Miss Paperett, mentre Brigitta e Paperina stanno, come si sul dire, a casa.
Giada Perissinotto come al solito compie un ottimo lavoro e in questo caso particolare mostra un’ottima confidenza con i personaggi, in particolare con i vestiti che, come per le persone reali, cambiano in funzione della giornata e proponendo una variazione sui vestiti classici che, in un certo senso, risulta equivalente al vestire Topolino intorno agli anni Cinquanta del XX secolo.
Nel complesso una bella storia, moderna e divertente.
L'importanza della matematica
La seconda storia del numero, I numeri del futuro, fa parte della serie Topolino Comics&Science. Scritta da Francesco Artibani per i disegni di Valerio Held, vede la collaborazione al soggetto di Roberto Natalini. Vi anticipo qui, leggermente adattata, la parte più prettamente fumettistica dell'articolo che ho realizzato per il Caffè del Cappellaio Matto e che verrà pubblicato tra poche ore.
La trama è semplice: Topolino e Pippo devono recarsi nella Roma del passato per recuperare il professor Marlin, che non ha fatto ritorno dal viaggio nel passato per assistere all'inaugurazione della FINAC, una macchina calcolatrice acquistata dalla Gran Bretagna dal direttore dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo (IAC) del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR).
Artibani, grazie anche alla corposa documentazione ricevuta da Natalini, riesce a unire gli aspetti matematici, approfondendoli con precisione, con le atmosfere da giallo investigativo all'inizio e da spy story nel seguito del soggetto messo in piedi dalla collaborazione con il matematico. In particolare Roberto ha suggerito, per l'ambientazione delle indagini di Topolino e Pippo in casa del principale sospettato della sparizione di Marlin, le prime scene di Un maledetto imbroglio, film del 1959 di Pietro Germi. Inoltre, attraverso gli oppositori al FINAC, lo sceneggiatore trova lo spunto per raccontare sia le perplessità sia i vantaggi del calcolo informatico. In questo senso forse sarebbe stato più utile assegnare a Picone le battute che nel finale vengono messe in bocca a Marlin, anche se tutto ciò nulla toglie o aggiunge alla gradevolezza della storia, in grado di divulgare e divertire allo stesso tempo senza essere eccessivamente didascalica.
Ottima, inoltre, la scelta di assegnare i disegni a Valerio Held: il tratto scarpiano dell'esperto disegnatore risulta particolarmente efficace nel rendere al meglio l'ambientazione dell'avventura temporale.
Nel complesso un'altra bella avventura che arricchisce il già corposo elenco di Topolino Comics&Science.
Alla fine tutti fratelli
Arriva finalmente a conclusione con le ultime due puntate pubblicate in un'unica soluzione WhizzKids, la storia con Qui, Quo, Qua supereroi ideata da Stefano Munarini, Vito Stabile ed Emilio Urbano.
Mentre nel quarto episodio viene portata a conclusione l'operazione di approfondimento dei singoli nipotini con Qua, l'ultima puntata è ambientata a Paperopoli, dove il risvegliato gigante degli elementi semina il panico, almeno fino a che Quo non usa il suo potere di trasformarsi in personaggi storici per trovare una soluzione che Archimede avrebbe trovato almeno nello stesso tempo. In questo modo l'effetto è rendere ancora più idiota un personaggio che, per tutta la serie, non si è mostrato il brillante inventore che tutti conosciamo e che ha ideato la macchina che ha donato i superpoteri ai nipotini. Evidentemente l'idea era fornire di una qualche utilità il superpotere più inutile dei tre.
Inoltre risulta abbastanza semplicistica la soluzione trovata da Munarini e Stabile di sbarazzarsi del gigante: spedirlo in una dimensione parallela vuota dove non avrebbe potuto fare danni. Questa soluzione lascia un po' perplessi, soprattutto perché una popolazione priva di tecnologia come i miyazechi (evidente fusione tra maya e aztechi) aveva già sconfitto il gigante robotico.
Volendo vedere gli elementi positivi, questi sono nella crescita dei tre nipotini, che da spocchiosi primi della classe (quale non sono mai stati, almeno spocchiosi: ciò andrebbe contro tutto ciò in cui credono come Giovani Marmotte), pronti a litigare tra loro per decidere chi è il più importante del gruppo, a tre paperotti altruisti, in grado di comprendere le esigenze degli altri e il valore dell'essere fratelli. Cosa che hanno sempre saputo, ma che evidentemente non era stata detta a Munarini e Stabile.
La notizia peggiore in tutto ciò è, però, che i WhizzKids sembra che siano arrivati per restare. Purtroppo.

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