Stomachion

sabato 31 agosto 2019

Sky Hawk: un nuovo sguardo sulle guerre indiane

1871. I due ex samurai giapponesi Hikosaburo Soma e Manzo Shiotsu vivono in esilio tra i monti del Wyoming. La loro vita di pace e solitudine viene interrotta quando incontrano casualmente una nativa americana incinta e in fuga dai coloni europei. Grazie a questo incontro i due samurai stringeranno un patto di amicizia con una tribù degli oglala sioux, partecipando attivamente alla resistenza dei nativi contro l'avanzata del governo statunitense.
Sky Hawk è l'ennesima opera storica che rivisita il mito del west dal punto di vista degli indiani d'America. Jiro Taniguchi, però, adotta il punto di vista di due giapponesi dell'epoca. Questo gli permette non solo di confrontare i valori morali degli indiani con quelli della sua cultura, che dobbiamo considerare più vicina ai lettori cui Taniguchi evidentemente si riuvolge, ma anche dienfatizzare ancora di più le differenze con i discendenti degli europei che stanno costruendo un loro stato. Il punto di vista del racconto, dunque, è solo apparentemente coinvolto, ma Taniguchi è anche attento a sottolineare come il governo statunitense si protegga attraverso leggi emendate ad hoc nelle sue azioni di guerra contro le tribù indiane, in modo da proteggersi legalmente dalle violazioni ai trattati.
Tra gli avversari degli indiani emerge, in particolare, George Armstrong Custer, a capo del 7° cavalleria. Spietato e senza scrupoli, Custer ha un unico obiettivo: allontanare gli indiani dalle risorse minerarie che sono presenti sul suolo americano, per permettere agli Stati Uniti di sfruttarle per la sua crescita economica e politica.
Dall'altra, invece, abbiamo Cavallo Pazzo, capo della tribù oglala sioux che accoglie i due samurai giapponesi. Il valore e l'onestà di questo combattente vengono esaltati dal confronto con Custer, così come la sua apertura mentale nel voler imparare il più possibile da Soma e Manzo. Taniguchi, però, non porta a termine solo un'opera storica, che porta alla luce alcune delle ombre nella storia della nascita degli Stati Uniti d'America, ma anche un'opera naturalistica, non solo per lo stretto rapporto tra gli indiani e la natura circostante, strettamente legato al loro stile di vita, ma anche per gli splendidi panorami che rappresenta con il suo tratto leggero e preciso.
La narrazione di fatto si conclude con la battaglia di Little Big Horn di fine giugno 1876 e la morte di Custer, ultima grande vittoria degli indiani durante la guerra contro gli Stati Uniti. Le ultime pagine servono per ricapitolare velocemente come gli Stati Uniti, forti dell'indignazione popolare e del punto di vista di chi ritiene di avere ragione, dimenticando di essere l'invasore, emana leggi che gli indiani non possono rispettare non essendo di fatto statunitensi e che diventano la scusa per attaccare con tutte le forze le tribù indiane, che una a una si lasceranno convincere a entrare nelle riserve a loro destinate.
Ultima chiosa: ovviamente leggere Sky Hawk fa pensare a uno degli slogan più utilizzati dalla Lega, quello di paragonare la popolazione italiana, in particolare quella del nord, con gli indiani, chiedendo agli elettori se vogliono fare la loro stessa fine. Al di là delle evidenti differenze di posizione tra indiani e italiani e tra statunitensi e immigrati, il pensiero più inquietante è che, a ben vedere, i simpatizzanti della Lega, al posto degli statunitensi, avrebbero agito allo stesso modo senza pensare per un attimo di essere loro gli invasori.

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