Nel segno di Pollyanna
Di Pippo si può dire e scrivere tutto quel che si vuole: sono stati spesi i classici "fiumi d'inchiostro" sul personaggio, ma senza anticipare nulla su una serie di tre articoli che sto preparando sul personaggio, posso affermare con tutto l'amore che ho per il personaggio che Il brontolatore estivo ne cattura probabilmente l'essenza più intima, che lo accomuna a uno dei personaggi della letteratura (e film Disney) più "migliori" (!) in assoluto: Pollyanna.Il Pippo protagonista di questa bella storia ferragostana, infatti, interagisce con il signor Grumb, brontolatore professionista che in particolare non ama l'estate. Così Pippo decide di passare una giornata con il signor Grumb per cercare e possibilmente trovare almeno uno svago estivo gradito al brontolatore professionista. La storia è un susseguirsi di gag divertenti, alcune anche piuttosto sottili, come quella del costume da bagno moderno e sbarazzino, e altre culturali, come Pippo che si siede su una sedia che in realtà è un'opera d'arte.
Ben poco da dire sul maestro Cavazzano, che in un'unica storia ha la possibilità di mostrare tutta la sua maestria in ambientazioni completamente differenti, che vanno dalla spiaggia affollata, agli ambienti naturali (laghi, montagne, ecc.), al museo, alla città. Un mix, quello tra Faraci e Cavazzano, che ancora una volta partorisce una storia gustosa, divertente e non banale.
Bella, la scienza su Topolino!
Uno degli elementi fondanti del Topolino libretto sono sempre stati gli articoli, molto spesso a carattere scientifico. Esempio è l'articolo sulla goccia di latte sul numero 2. Questa settimana sono presenti ben due articoli con spunti scientifici: il primo è l'intervista al meteorologo Andrea Giuliacci, figlio del colonnello Mario Giuliacci. Nell'intervista Giuliacci confessa che all'inizio la meteorologia non gli interessava, poi però il padre
(...) mi ha trasmesso l'amore per la scienza, e all'università scelsi la facoltà du Fisica. Ma sotto sotto, mi chiedevo perché mai ogni sera lui fosse alla finestra con il naso all'insù a scutare il cielo...E poi la seconda puntata del viaggio in Islanda di Gabriele Saluci si occupa questa volta delle aurore boreali, dove viene spiegata anche la fisica dietro la loro formazione, ovviamente corredata da splendide fotografie!
L'inizio di un'amicizia
Iniziata settimana scorsa, Young Donald Duck si concentra sull'esperienza del Paperino adolescente presso il college "Jeremy Ratt" di Topolinia. Francesco Artibani, da un soggetto coscritto con Stefano Ambrosio, riesce in pochissime pagine ad approfondire non solo il personaggio del giovane Paperino, ma anche quello del giovane Topolino, suo compagno di stanza.Emergono due personalità differenti certo, ma a modo loro dinamiche e ricche di idee. Topolino, ordinato e preciso, fornisce al suo compagno di stanza consigli e spunti, in particolare per fare colpo sulla giovane Paperina, e Paperino dal canto suo interpreta con la sua solita irruenza le idee fornitegli dal suo nuovo amico. La storia presenta, poi, alcuni dettagli che colpiscono in positivo: innanzitutto Paperina non è solo un'amica per Paperino, ma lo è per Nonna Papera, come deve essere per gli adulti. Inoltre Marco Mazzarello non si fa alcun problema nel rappresentare al peggio il bagno della camera del college dopo il passaggio di Paperino: disordine ovunque, doccia lasciata aperta, odori pestilenziali che escono dallo scarico.
Un paio di dettagli lasciano perplessi, più che altro perché suggeriscono come ambientazione il presente: l'acconciatura di Paperino, una cresta che è entrata di moda all'incirca nell'ultimo decennio, e la presenza e la diffusione degli smartphone. Questi ultimi entrarono in commercio solo a partire dal 1993 e solo a fine 2006 venne commercializzato il primo modello con touchscreen. L'applicazione della tecnologia bluetooth agli auricolari, invece, risale al 2009 e l'uso dello smartphone per il fitness è ancora più recente, il che suggerirebbe che i nostri Paperino e Topolino attuali dovrebbero essere... neolaureati o poco più!
Ovviamente questi dettagli non stonano con l'atmosfera e il ritmo della storia e al più vengono notati solo dopo la conclusione della lettura stessa. In ogni caso la serie procede nel modo migliore possibile, giovandosi non solo di una colorazione realizzata anche in questa seconda puntata da Edizioni BD, ma anche di una buona resa su stampa, cosa che non era avvenuta con la serie dedicata ai novantanni di Topolino.
Nessuna sorpresa al b&b di Paperino
Quando leggendo una storia pensi: "se l'avesse scritta Tizio o Caio sarebbe andata a finire così o cosà" probabilmente già stai dando un giudizio negativo alla storia stessa. E più o meno è quello che è successo con L'inghippo del B&B di Marco Gervasio.Agli elementi già rilevati nella lettura della prima parte, si aggiunge anche una forzatura poco realistica, nonostante sia funzionale al finale. Paperinik, durante le sue indagini, scopre che il comune ha indetto un bando per la riqualificazione delle strutture ricettive cui possono partecipare solo i b&b. E qui si scopre la stranezza: l'unico a possedere tali strutture a Paperopoli è Rockerduck! Gervasio, in questo modo, violenta il senso di un bed and breakfast per dare a Paperone un motivo in più per partecipare al bando, ovvero mettere i bastoni tra le ruote al suo rivale, e non mostrarlo ancora più avido e antipatico di come già appare nella sua storia facendolo confrontare con b&b classici, ovvero quelli gestiti dalla gente comune.
In conclusione, nonostante questa seconda parte sia ad ogni modo scritta meglio della prima, L'inghippo del B&B riprende in maniera forzata e anacronistica le atmosfere delle storie di scuola martiniana, che hanno cristallizzato Paperino & co. in caratterizzazioni piatte e poco credibili, con Paperone che paga anche meno del più classico sfruttatore mafioso e Paperino che non mostra alcuna intraprendenza. Poi sono conscio di avere un'opinione minoritaria, ma il successo delle storie papere di autori come Artibani e Faraci forse dovrebbe essere d'ispirazione per gli altri autori, mentre per ora la maggior parte, salvo rare eccezioni, continua a restare fedele alla classica linea martiniana, che peraltro non può nemmeno essere spinta alle sue estreme conseguenze pena la censura.
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