
Attraverso Alia, ma in parte anche usando Leto, Frank Herbert approfondisce i poteri segreti delle Bene Gesserit e delle Reverende Madri: queste diventano tali quando riescono a diventare consapevoli delle vite di coloro che le hanno precedute, entrando in contatto con le loro "anime". Questo genere di poteri permette anche di recuperare Vladimir Harkonnen, morto nel primo romanzo del ciclo, e introdurre nel romanzo un elemento di male puro che va a complicare la vicenda ricca di intrighi che lo scrittore sviluppa nel corso di questo terzo romanzo, I figli di Dune. Inoltre, attraverso la follia di Alia e il suo diventare sempre più fuori controllo, Herbert mette in crisi il modello delle Bene Gesserit, quel modo semplice di tenere lontane le responsabilità delle proprie azioni con il bene superiore della Sorellanza.
Grazie a Leto, invece, Herbert approfondisce il discorso sul destino, già introdotto in Messia di Dune, e sul modo in cui i poteri precognitivi degli Atreides possano essere in qualche modo assecondati per spingere l'umanità verso il suo destino, verso quella Via Aurea, come la chiama Leto, che dovrebbe essere il sentiero su cui indirizzare il futuro della specie.
Anche la religione ha un ruolo importante nel romanzo: le discussioni sacerdotali interne alla fede sorta intorno alla figura di Paul e la gestione che ne fa Alia come elemento per rinforzare il suo potere sull'Impero puntano il dito contro le religioni e in particolare su come gli esseri umani le utilizzano, come mezzo per controllare le folle e in qualche modo distruggere lo spirito originario. E' in questa nuova fede, che sostituisce quella messianica dei primi due romanzi, che inizia la decadenza dei Fremen, che sarà centrale nel romanzo successivo.
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