Stomachion

mercoledì 28 agosto 2019

Hong Kong per la libertà

Quella di Hong Kong è un'isola sulla costa meridionale della Cina. E' una regione a statuto speciale, eredità di una storia secolare come colonia britannica iniziata nel 1842 alla fine della prima guerra dell'oppio e conclusasi nel 1997 quando, a partire dall'1 luglio, la sovranità passò dalla Gran Bretagna alla Repubblica Popolare Cinese.
I rapporti con la Cina non sono mai stati completamente tranquilli, non solo per una questione di stili di vita differenti tra quello molto occidentale dell'isola e quello orientale del continente, ma anche di ordine politico, primo fra tutti la possibilità, solo formale, di poter esprimere liberamente le proprie idee politiche. Certo c'era il difetto d'origine quando la decisione di cambiare la sovranità da UK a Cina venne gestita esclusivamente tra le stanze dei bottoni e non attraverso una consultazione referendaria.
La situazione, che era fondamentalmente insostenibile per una popolazione abituata alle libertà occidentali, sfociò nel 2014 nella così detta rivoluzione degli ombrelli iniziata il 26 settembre e protrattasi per 79 giorni. Se da un lato ci furono come risultato alcune concessioni democratiche a Hong Kong, dall'altro di fatto i governatori della regione non vengono eletti se non sono graditi a Pechino. Inoltre i capi della rivolta pacifica del settembre 2014, Benny Tai, Chan Kin-man e Chu Yiu-ming, insieme con altre sei persone, sono state condannate per cospirazione e incitamento a commettere disturbo dell'ordine pubblico e valutati utilizzando il codice cinese anziché quello britannico. Mentre quest'ultimo prevederebbe una pena di tre mesi, con l'altro i rivoltosi rischiano fino a 7 anni di carcere.
Più o meno contemporaneamente con queste notizie, che risalgono ad aprile 2019, inizia un secondo movimento di protesta a Hong Kong a partire dal 31 marzo 2019. A dare il via a questa seconda protesta è stata la proposta di un disegno di legge sull'estradizione di latitanti verso Cina, Macao e Taiwan che riguarderebbe anche oppositori politici rifugiatisi a Hong Kong. Il timore è che tale legislazione violerebbe la linea di demarcazione tra i sistemi legali e giuridici di Hong Kong e Cina, con la cancellazione dello slogan che aveva dato il via al passaggio di consegne tra Gran Bretagna e Repubblica Popolare: "Un paese, due sistemi".
Mentre il 9 luglio arrivavano assicurazioni sul possibile ritiro del disegno di legge, le proteste non si sono concluse.

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