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Dei due lupi, è il nero, Taiga, a finire nelle mani della Repubblica di R., sottoposto a un addestramento estremo che rende il lupo sempre più incontrollabile, fino a che i politici non decidono di chiudere il progetto del colonnello Schmidt e arrestare quest'ultimo per tradimento. E' questo a scatenare definitivamente Taiga, che inizia una corsa inarrestabile e omicida per raggiungere la zona d'origine del suo branco. Anche il fratello di Taiga, Nagi, corre spinto dal richiamo telepatico del fratello, ma mostra una compassione e maggior controllo dei suoi istinti rispetto al fratello Taiga.
Questo contrasto tra i due lupi, inclusa la scelta dei differenti colori dei loro manti, è un evidente riferimento a yin e yang, reso esplicito dai sogni di Patricia, la padrona di Blanca, e dal confronto finale tra i due.
Questo secondo volume, raccontato con lo stesso ritmo e con un intreccio simile a Blanca, aggiunge poco realtivamente al tema del controllo della natura da parte dell'uomo, ma al tempo stesso ha una forza d'impatto maggiore grazie alla caratterizzazione contrastante tra Taiga e Nagi, che rende epico un finale forse scontato ma non per questo meno forte del resto del volume.
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