Uno dei miei mangaka preferiti, Atsushi Kaneko, scrive una storia di supereroi, che avrei dovuto fare se non acquistare il primo volume di Evol? Da un punto di vista strettamente supereroistico l'approccio di Kaneko è a metà strada tra Alan Moore e Mark Millar, con una spruzzatina di Frank Miller.
Da un lato, infatti, abbiamo i supereroi per eccellenza, amati da tutti, Lightning Volt e Thunder Girl, fratelli ed eredi di supereroi che proteggono la città dai malvagi e dai disastri. Vengono caratterizzati da Kaneko quasi come se fossero privi di sentimenti, mossi da una sola idea, quella di proteggere il mondo dal male e compiere un'impresa degna del loro nome (in effetti è più Lightning Volt a essere interessato a questo punto, la sorella sembra molto più interessata a uccidere per il gusto di farlo, ma questo probabilmente sarà un punto che verrà approfondito nei prossimi volumi). Questo, più che ingenui, li rende ossessionati e quindi facilmente manipolabili dal sindaco che quindi li usa per i suoi scopi: mantenere il controllo sulla città, a tutti i costi.
Dall'altro lato abbiamo tre adolescenti disadattati, e questo lo scopriamo sin da subito visto che sono ricoverati in ospedale nel reparto dei suicidi. E la notte in cui alla fine fuggono, scoprono di avere tutti e tre dei superpoteri. Le loro esperienze di un mondo pieno di ingiustizia, dove l'essere diversi diventa una colpa punibile anche con la morte (sicuramente con il pestaggio), la constatazione della corruzione di chi detiene il potere, li porta a una e una sola conclusione: il mondo non solo non può, ma non merita di essere salvato. E quindi va distrutto, iniziando da un supermercato abbandonato. Che alla fine non è che sia questa grande opera di distruzione, ma alla fine la chiave del volume sta proprio qui: la differenza tra essere criminali ed essere ribelli contro lo status quo è decisamente sottile.
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