Anche questa settimana arrivo con la recensione scritta del numero settimanale di Topolino nel giorno dell'uscita di quello successivo. In parte il ritardo è stato dovuto all'indecisione fino all'ultimo minuto di cosa scrivere nell'articolo di appoggio per il nuovo video di Disney Comics&Science, dedicato al primo episodio de Il fattore gamma di Alessandro Pastrovicchio. Alla fine ho scritto qualcosa di più lungo del semplice testo di accompagnamento, riadattato, che generalmente scrivo come descrizione per l'uscita su YouTube e così i tempi si sono allungati e ho pensato di non uscire in tarda serata (confesso che mi sono dedicato a un videogioco).
Sommario alla mano, però, ciò che resta da raccontare del #3523, però, si riduce all'ultimo episodio doppio de Le isole della cometa di Pietro Zemelo, Alex Bertani e Nico Picone. Andiamo innanzitutto all'episodio, sicuramente quello che riesce meglio ad appassionare alla lettura. E questo, direi, è il limite principale della miniserie, che per altro è alla sua prima stagione: non essere riuscita veramente ad appassionarmi. Il problema principale, secondo me, e come ho già sottolineato in altre occasioni, è quell'idea di voler mantenere quanti più misteri possibile fino alla fine, cosa che in realtà funziona solo se la narrazione non è a puntate, peraltro distanziate tra loro da uno scarto temporale, per quanto di appena una settimana. L'altro problema è che alla fine i personaggi non sono stati sufficientemente sviuppati, a parte Dippo e Minerva e, in parte, Salud.
Per capire un po' meglio l'atteggiamento di Babou abbiamo dovuto attendere l'ultimo episodio, mentre su Mick continuiamo a non sapere nulla e non c'è alcuna vera giustificazione né per il suo iniziale desiderio di ritornare a casa a tutti i costi, né per la sua decisione finale di restare nell'arcipelago. L'unica cosa che intuiamo, anche se non ci viene detta esplicitamente, è che per esempio i problemi con le bussole erano, forse, dovuti proprio a Salud.
Alla fine che l'aripelago abbia ancora dei misteri da svelare mi va benissimo: in fondo la storia in sé non è male. E' solo una questione di come, personalmente, l'avrei narrata, cercando di puntare sin dall'inizio proprio sulle comete, ovvero gli idrovolanti che erano un paio di decenni prima in servizio per aiutare le imbarcazioni in difficoltà e migliorare le comunicazioni tra le isole dell'arcipelago. Questo avrebbe permesso di creare il mito di questi piloti dando un elemento di interesse forte che avrebbe permesso di mantenere anche lo stesso ritmo di sviluppo per le altre vicende di contorno. Perché alla fine è un po' come se fosse successo proprio questo: le prime puntate hanno lasciato la sensazione di essere un contorno al doppio episodio conclusivo. Il che, in qualche modo, potrebbe essere considerato come un'occasione mancata.
Nessun commento:
Posta un commento