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martedì 13 maggio 2025

Ritorno verso Kepler-10

Il metodo del transito utilizzato per scoprire nuovi esopianeti è stato indubbiamente quello di maggior successo che gli astronomi hanno progettato. A portare al successo questo metodo è stata in particolare la missione Kepler. E la prima stella che ha mostrato tracce di esopianeti al satellite è oggi nota con il codice Kepler-10. Questa è una stella simile al nostro Sole nella costellazione del Dragone e sempre intorno a Kepler-10 venne scoperto il primo pianeta roccioso, con una massa 3 volte quella della Terra, oltre quelli presenti nel Sistema Solare: Kepler-10b, la cui soperta venne annunciata nel gennaio del 2011.
A maggio di quello stesso anno venne poi annunciata la scoperta di un secondo pianeta, Kepler-10c, con una massa di più di 11 volte quella della Terra. Esami più accurati, però, suggerirono che la massa di Kepler-10c sia sensibilmente inferiore, intorno alle 7 volte quella della Terra e, soprattutto, che fosse prevalentemente costituito di acqua.
Ora un nuovo studio INAF basato su osservazioni raccolte con gli strumenti del TNG (lo spettrografo HARPS-N), che da un lato ha confermato che effettivamente la massa del pianeta è probabilmente la prima rilevata, 11 volte quella della Terra, e dall'altro fornito nuovi indizi a conferma della composizione del pianeta: costituito da acqua allo stato solido (ghiaccio) con una piccola percentuale di acqua liquida (forse!). Inoltre ha raffinato un po' la misura della massa del terzo pianeta del sistema, Kepler-10d, intorno alle 12 volte la massa della Terra. Quest'ultimo pianeta, però, non è stato scoperto grazie al metodo dei transiti, ma attraverso una anomalia gravitazionale rilevata nell'orbita di Kepler-10c.
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Rappresentazione artistica di Kepler-10c - INAF
Comunicato stampa ufficiale

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