
Ora, a 31 anni dalla prima rappresentazione a teatro dell'opera (Novecento, infatti, nasce come monologo teatrale), Pippo Novecento torna sulle pagine di Topolino con La altre storie di Novecento, in cui i tre autori raccontano una nuova storia ambientata sul Virginian questa volta forse ancora più disneyana di quella precedente. Liberi, infatti, di raccontare una storia slegata da una qualsivoglia opera, letteraria o teatrale, raccontano una classica storia col il tentativo di Gambadilegno, come sempre associato alla sua Trudy, di perpetrare una truffa ai danni del Virginian e dell'ingenuo Pippo.
Oltre, però, a una storia divertente e ricca di gag, troviamo anche una guest star d'eccezione: un James Joyce alla ricerca dell'ispirazione. Una presenza che connota in maniera ancora più forte il contesto storico in cui si sviluppa la storia, gli anni Venti, visto che ci sono diversi riferimenti all'Ulisse, pubblicato nel 1922. E uno di questi riferimenti è anche musicale: uno dei personaggi del romanzo, Molly Bloom, ispira Pippo per la creazione di una nuova canzone, che effettivamente è stata pubblicata dal cantante country Tom Paxton in TomPaxton 6 del 1970.
Un mix vincente per un ritorno d'autore!
Imprese incredibili
Sono le imprese che accomunano La corona di ghiaccio, nuovo racconto di Re Gambadilegno e la storia egmontiana che chiude l'albo, Le vendite impossibili.francesco Artibani e Licia Troisi, sempre affiancati ai disegni da Lorenzo Pastrovicchio, ci conducono nuovamente a Ducktopia, questa volta per un'impresa tra i ghiacci, ancora una volta piuttosto sopra le righe. Anzi forse la più sopra le righe tra quelle presentate in questa serie. Ricca di gag, però, più che far ridere sul genere fantasy, cosa che era riuscita molto meglio con le storie precedenti, fa ridere su Gambadilegno e basta, cosa di cui il personaggio non ha al momento molto bisogno.
Le vendite impossibili, invece, scritta da Gorm Transgaard, guarda molto alle storie italiane, con un Paperone che si lancia, a causa della sua linguaccia e del suo caratteraccio, nella sfida di completare le vendite impossibili ventilate nel titolo. A disegnare la storia, poi, troviamo un Andrea Ferraris stranamente, considerando che la storia è di produzione Egmont, al suo tratto originale, quello che aveva agli esordi su Topolino, comunque leggermente ingentilito dagli anni di esperienza con un tratto più barksiano.
Può forse sembrare ai più incredibile, ma personalmente trovo che la storia di chiusura regga il confronto con la cover story molto meglio della storia di Re Gamba, ma, come sempre (anche se non lo scrivo sempre) è una pura questione di gusto personale!
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