Stomachion

mercoledì 7 maggio 2025

Freschi come i freni della McLaren

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Oscar Piastri in testa al Gran Premio di Miami 2025 - via MotorSportWeek
In effetti l'usuale link post (più o meno) periodico doveva essere quello che alla fine ho dedicato alla passeggiata casuale dell'elefante, per cui non pensavo di proporne uno vero e ufficiale così presto. E invece c'è una questione che sta coinvolgendo il mondo della Formula 1 legato alla capacità della McLaren, che sta dominando l'attuale campionato, di gestire gli pneumatici. Si sono rincorse diverse voci nel caso, una delle più strane e, in qualche modo, improbabili, dovute a quanto pare alla Red Bull, suggeriva che il team britannico utilizzasse acqua dentro gli pneumatici stessi! E invece, come riportato da Salvo Sardina tra la seconda e la terza puntata del podcast WarmUp, sembra che invece ciò sia dovuto a particolari materiali utilizzati nella costruzione dei freni stessi. E allora ecco scattare la mia curiosità per cercare di capire se qualcosa in questo campo è stato fatto proprio nel campo della ricerca dei materiali.
Ed ecco una lista interessante, non esaustiva, di articoli che in effetti vanno nella direzione dello studio dei sistemi frenanti delle automobili, iniziando da Thermal characterization of insulating materials:
(...) this paper reviews several methods of calculating the heat capacities of materials and several worldwide applications, with the aim of providing an overview of the thermal behaviour of lightweight insulation materials and their implications for energy and indoor comfort. Finally, the authors propose a simple method able to evaluate the specific heat capacity of real scale building materials with a ~5% of uncertainty.
Si, non è certo un articolo direttamente legato al tema di questo link post, ma è comunque un articolo interessante sul tema della termodinamica dei materiali. Direttamente legati al tema del sistema frenante sono invece i seguenti articoli, iniziando con The Design of the Automobile Brake Cooling System. L'articolo è in open access, per cui potrete rendewrvi conto che comunque l'articolo si occupa di impianti frenanti standard, ma comunque permette di farsi un'idea di come si approccia un problema di questo genere.
Se leggiamo il titolo, decisamente più vicino al tema termodinamico dei freni McLaren è l'articolo Thermal and material characterisation of coated lightweight disc brake rotor:
The brake rotor’s rubbing surface was coated with alumina layer using a plasma electrolytic oxidation (PEO) process. The ventilated brake rotor geometry contributes to the ability of the structure to dissipate heat through the inclusion of an array of appropriately configured vents and so has further bearing on the ability of the rotor to run cool. It is also feasible to explore the impact of vane design on the cooling of the rotor since the vented section of the rotor can be easily reconfigured using the current prototype.
Chiudo questa veloce rassegna con due articoli dedicati alla modellazione e alla simulazione degli impianti frenanti, due temi che evidentemente sono di un certo interesse per la Formula 1 moderna che fa proprio un ampio uso di sistemi di simulazione: Modelling of materials for automotive braking e A coupled approach for vehicle brake cooling performance simulations.
Ovviamente la selezione che vi ho segnalato è solo una parte di tutto ciò che si può trovare, ma è fuor di dubbio che la questione del trovare un sistema di raffreddamento dell'impianto frenante di un'automobile che sfrutti anche le caratteristiche termodinamiche dei materiali a disposizione era già oggetto di studio da alcuni anni, per cui non è da escludere che la McLaren, sotto la spinta di Rob Marshall, possa realmente aver sondato la questione.
E se così fasse sarebbe semplicemente fantastico, perché dimostrerebbe ancora una volta che l'approccio scientifico porta sempre a degli ottimi risultati!
P.S.: certo, poi sarebbe bello se questo impianto frenante non restasse chiuso dentro i freni della McLaren, visto che potrebbe migliorare e non di poco la sicurezza stradale, ma questo è un altro discorso legato anche alla lungimiranza delle multinazionali in generale e quelle automobilistiche in particolare che, si sa, non è esattamente (e non per tutte) di lunga visione.

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