Un cammino breve e divertente, intenso e umoristico quello di Carlo Cipolla. Scritto in inglese (The Basic Laws of Human Stupidity) e distribuito tra gli amici come semplice scherzo privato, ha avuto, come tutti i piccoli capolavori dell'umorismo, un successo spontaneo, tanto che l'autore, insieme all'editore Il Mulino, ha deciso di dare alle stampe un'edizione seria dei due saggi raccolti, uno sull'incidenza delle spezie (e in particolare il pepe) sulla crescita della popolazione nel medioevo, e l'altro sulla stupidità umana.
E veniamo alla prima stranezza del libro: scritto in inglese da un italiano, la traduzione viene però affidata a qualcun altro, precisamente a Anna Parish, che qui potremmo definire come una semplice testimone dei deliri di Cipolla.
Che poi così deliri non sono: il primo saggio ha il gusto di una parodia, una parodia dei saggi storici seri ma anche di romanzi storici ben costruiti, una parodia divertente, rispetto alla parodia seria di Eco e del suo Pendolo di Foucault; il secondo saggio, invece, ha il gusto delle leggi di Murphy, ma incentrate sulla stupidità, un male assolutamente ineliminabile nella società umana, anzi destinato ad aumentare sempre di più qualunque cosa si provi a fare.
Alla fin fine non c'è salvezza: lo dimostrano anche le equazioni!
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