Gian Antonio Stella non è solo il giornalista de La Casta, ma è anche uno scrittore, che in quanto giornalista si documenta anche, e scrive delle vicende belle, ben scritte e soprattutto coerenti con l'ambientazione e il periodo storico.
E' il caso di Carmine Pascià che nacque buttero e morì beduino: un racconto di come un uomo del sud si ritrova costretto a dover combattere una guerra che non vuole per un paese che non ha mai fatto nulla per lui, né prima né dopo l'arruolamento, ma che ne ha preteso la lealtà. E così Carmine si ritrova a combattere una guerra assurda, una guerra di colonizzazione, seguendo comandanti assurdi, ordini assurdi e diventando disertore a causa di una... sbronza!
Così, catturato dai beduini, è posto di fronte al dilemma: completare il tradimento diventando il sicario di coloro che lo hanno catturato, o restare fedele a una patria che si è ricordata di lui solo per la guerra?
E' facile pensare a quale sia la scelta di Carmine, senza dimenticare che la sua patria, che guarda un po' è anche la nostra, senza neanche approfondire le vicende e il destino del suo soldato, lo dichiara disertore.
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