Oggi. Penultimo giorno di programmazione.
Aggiornamento. Aggiorno il post con una breve recensione piuttosto che scriverne uno nuovo.
Diciamo che con mia sorella siamo dei fan di Giulio Cavalli e quindi non poteva scapparci questo suo nuovo spettacolo, L'innocenza di Giulio, centrato sul suo quasi omonimo, quell'Andreotti che tanta, forse troppa influenza ha avuto sull'Italia.
Cavalli si presenta sul palco insieme con Cisco, l'ex-leader dei Modena City Ramblers, che realizza dal vivo gli intermezzi musicali. Come caratteristica ormai distintiva del teatro di Giulio (mi si permetta la non richiesta confidenza!), sulla parete nera e completamente spoglia di scenografia, vengono proiettati video e foto che intervallano e aiutano la narrazione.
Il racconto è cosa nota a tutti (o almeno dovrebbe): i collegamenti con la mafia, sempre negati anche di fronte a prove evidenti, l'assurdità di una sentenza questa sì politica, in cui Andreotti è dichiarato innocente a partire dal 1980, mentre prima è colpevole, ma tanto i reati sono in prescrizione e quindi nulla più importa a nessuno.
E poi i racconti degli omicidi Ambrosoli e Sindona, due argomenti che ricorrono spesso negli spettacoli di Cavalli, e la storia di Salvo Lima, il referente siciliano della corrente andreottiana.
Ci sono cose che vanno ricordate, ci sono fatti e persone di non proprio specchiata moralità, su cui si è fondata e continua a fondarsi l'Italia che non andrebbero dimenticate. Perché alla fin fine ciò che ci viene servito è figlio diretto di ciò che lo ha preceduto...
E', quindi, una piccola storia di una piccola Italia, ma non è alla fin fine solo la storia di un politico che, all'improvviso, dall'oggi al domani si ritrova come il capo della corrente più forte del suo partito (quando prima non lo era), è anche la storia di tutte le innocenze d'Italia, almeno di quelle che fanno comodo: che sono tali solo all'apparenza.
Nel complesso, comunque, lo spettacolo è divertente e molto interessante, anche se il siparietto comico migliore avviene alla conclusione, o meglio dopo la Fine, alla presentazione di questo video:
Un paio di note in chiusura: afferma Cavalli che alcuni dei processi di SB sono dei paralipomeni dei processi alla mafia e in particolare del processo Andreotti. Ricorda poi molte cose interessanti, anche queste note (cercate, ad esempio, la Banca Rasini).
P.S.: Giorgio Salati discorre di teatro, di classici e di spettacoli nuovi. In effetti non è semplice trovare degli spettacoli nuovi, originali e interessanti. Almeno a Milano c'è il Teatro della Cooperativa, di Renato Sarti, che propone sempre spettacoli belli e interessanti: c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Giorgio, però, non discorre solo di quello, ma anche di un aspetto molto più importante. E su quell'aspetto mi riservo di tornare in futuro...
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