La risposta secondo me è un po' una sintesi di vari sfoghi che si trovano in rete, iniziando da Peppe Liberti, e passando per Amedeo Balbi e Marco Cagnotti. Cui aggiungerei il modo in cui mi sono sentito ieri vedendo l'immagine di apertura nella mia posta elettronica: possibile che un sito che dovrebbe proporti un lavoro, ti debba proporre invece un modo per laurearti? Proprio io che la laurea ce l'ho e, non contento, mi sono anche preso il dottorato?
Questo però non è veramente sufficiente per farmi scendere in piazza, e il fatto è molto semplice: ci sono stato anche troppo in piazza, senza ottenere alcun risultato. E ora ho intenzione di guardarmi intorno, cercare di vedere cosa offre l'e-learning o il mondo accademico all'estero. Certo devo risolvere il problema della gestione del tempo con il lavoro che ancora sto facendo qui, che non si sa se proseguirò e vista la recente riforma scolastica (approfondirò questo aspetto) non mi andrebbe molto di lasciare, ma si sa non ci sono soldi...
E in effetti, alla fin fine, non posso non dare ragione a Giuseppe, anche se la passività che lamenta è frutto di un periodo di proteste a vuoto, di richieste per lo più disattese. Cosa ci si deve aspettare? Che alla fine vinca il partito di quelli che si accontentano di
pane e cipolleE' la filosofia di uno dei clienti del bar dei miei genitori, giù a Cosenza. Una filosofia che ho paura possa contagiarmi, prima o poi...
P.S.: nel fine settimana, spero, scriverò un paio di righe sulla mosca TzeTze.
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