E siamo giunti così alla 47.ma edizione del Carnevale della Matematica, la riunione mensile che, viaggiando di blog in blog come una simpatica farfallina, raccoglie in un unico post quello che i vostri amati e conosciuti blogger (ma anche, a volte, qualche
new entry) scrivono ogni mese sulla matematica e intorni. Come da tradizione iniziamo a enumerare le proprietà del 47 (che non sono molte), il 15.mo numero primo della serie (si trova giusto tra 43 e 53).
Restando tra i numeri primi, il 47 fa parte anche di una particolarissima lista, è uno dei pochi numeri primi della retta numerica ad essere anche un
numero primo di Eisenstein. Un numero primo di Eisenstein è, un intero, così definito:
\[z = a + b \omega\]
dove
\[\omega = e^\frac{2i \pi}{3} = \frac{-1 + i \sqrt{3}}{2}\]
Questo numero qui, però, per essere primo deve essere irriducibile, ma la sua irriducibilità è da intendersi nel senso della teoria degli anelli e può essere riassunta attraverso queste due semplici regole, che quando verificate fanno del numero un primo di Eisenstein:
- $z$ è il prodotto tra un numero primo della forma $3n-1$ e una unità dell'anello;
- $|z|^2 = a^2 − ab + b^2$ è un numero primo.
A causa della complessità di $\omega$, esistono anche primi di Eisenstein non reali.
Il 47, poi, fa parte di altre strane famiglie matematiche: è infatti un
numero di Thabit, ovvero della forma:
\[3 \cdot 2^{n-1}\]
è anche un
numero di Carol, così chiamati dal loro scopritore
Cletus Emmanuel in omaggio al suo amico
Carol G. Kirnon e della forma:
\[(2^n - 1)^2 -2\]
E infine è un
numero di Keith, e vediamo se riesco a spiegarvi cosa sono questi strani numeri.
Prendiamo un numero di due, tre o più ($n$) cifre. Scomponiamolo nelle sue cifre ottenendo i primi due, tre, ..., $n$ numeri della serie. A questo punto facciamo la somma di tutte le cifre, ottenendo il numero tre, quattro, ..., $n+1$ della serie. A questo punto sommiamo nuovamente tra loro tutte le $n$ cifre a partire dalla seconda, ottenendo l'$n+2$.simo numero della serie, quindi sommiamo tutte le cifre a partire dalla terza ottenendo l'$n+3$.simo numero della serie e così via. Ora un numero di Keith è un numero che appartiene alla stessa serie (per altro infinita) che ha generato. E il 47 è un numero di questo genere:
\[4, 7, 11 = 7+4, 18 = 11+7, 29 = 18+11, 47 = 29 + 18, \cdots\]
Esiste poi una sorta di club (o setta?) matematico,
the 47 society, che attribuisce al nostro alcuni poteri mistici, come ad esempio quello di far sì che tutti i numeri siano uguali a... 47!
L'attribuzione è, a tutti gli effetti, la trasformazione in uno scherzo di un esempio di
dimostrazione errata proposta da Donald Bentley, professore di matematica della
Pomona, ai suoi studenti nel 1964 (la dimostrazione originale forse è descritta
in una e-mail scritta da un certo David Hart della Pomona).
Questo interesse per il 47, però, sembra non sia proprio casuale,
come osserva Sarah Dolinar, che a un certo punto inizia a farsi una serie di domande:
Why 47? Why not 23 or 39? Is it truly a number integral to the workings of the universe or just a part of Pomona lore? How has it remained such an important part of Pomoniana so long? And why is it so hard to get a simple explanation of its origins?
Non passatele a Giacobbo, che magari ci fa una puntata! Anche perché il 47 è un numero molto utilizzato nelle serie televisive, da
Alias a
Fringe senza dimenticare la mitica
Star Trek, dove i riferimenti al 47 sono diventati non casuali dopo l'arrivo, nella squadra di sceneggiatori di
Joe Menosky nel 1990. E visto che siamo in tema mi sembra giusto e doveroso concludere questa carrellata sul 47 con
questa citazione di
Rick Berman, co-creatore della mitica serie:
47 is 42, corrected for inflation
Oggi, però, continuerò a tediarvi per un altro po', visto che questo 14 marzo è anche il famoso
Pi Day, il giorno in cui si è scelto di festeggiare il
pi greco, le cui prime tre cifre, 3.14, ricorrono proprio nella data odierna.
Il $\pi$ fa parte della famiglia di quei numeri che hanno fatto impazzire la
premiata ditta dei pitagorici, i numeri irrazionali, ovvero quei numeri che non possono essere scritti come rapporto di due numeri reali. L'esistenza di questi numeri, si narra, venne tenuta nascosta il più a lungo possibile dalla setta, ma non servì a nulla, visto che siamo qui a parlarne.
Possiamo definire il nostro $\pi$ come il rapporto tra la lunghezza della circonferenza e il suo diametro, e
nessuno di questi due numeri
non sarà saranno mai
contemporaneamente un intero interi(*), né esistono due interi che hanno rapporto $\pi$, come già scritto e come dimostrato nel 1761 da
Johann Heinrich Lambert, mentre è di
Ferdinand von Lindemann la dimostrazione (1882), che $\pi$ è trascendentale, ovvero che non può essere ricavato usando le usuali operazioni algebriche, come ad esempio la radice quadrata o l'elevamento a potenza di un altro numero reale.
Nell'antichità il primo a trovare una buona approssimazione per $\pi$ fu Archimede, grazie all'applicazione del
metodo di esaustione, un moto per approssimare una figura con una serie di poligoni regolari esterni e interni che si avvicinano sempre più al contorno della figura data. L'operazione è, evidentemente, un limite di poligoni che Archimede applicò alla figura del cerchio ottenendo $\pi = \frac{211875}{67441} = 3.14163...$
Oggi si conoscono 5 trilioni di cifre per uno dei due più famosi numeri trascendentali della matematica. Questo risultato è stato ottenuto da
Shigeru Kondo e
Alexander Yee: il primo ha modificato un normale computer di casa, il secondo ha realizzato il
programma che ha eseguito il calcolo. I due hanno realizzato
un sito per riassumere metodo e risultati.
Si scriveva, poc'anzi, che c'è anche un secondo numero trascendentale molto famoso, ed è $e$, il numero di Nepero, che anche in un Carnevale dedicato al $\pi$ entra in gioco grazie a quella che
Richard Feynman ha definito come
la più notevole formula della matematica, la
formula di Eulero:
\[e^{i\pi} + 1 =0\]
Con questa formula iniziamo ad addentrarci tra i contributi inviati per questo mese dai baldi
carnevalisti, iniziando con
questa galleria di formule dedicate al $\pi$ ad opera dell bravissimo
Leonardo Petrillo, che ci cucina anche una
portata principale, come l'ha ben definita, con
Frattali e Musica:
L'articolo parte da una descrizione delle proprietà dei frattali, con espliciti riferimenti alla famosa opera di Benoît Mandelbrot Gli oggetti frattali, per arrivare al nocciolo della questione: i frattali hanno qualche relazione con la (buona) musica?
Leonardo ha praticamente esaminato un recente articolo di un
team di ricercatori guidati dal grandissimo
Daniel Levitin, ricercatore ma anche produttore musicale di alcuni tra i più famosi successi della musica anni Novanta (oltre ad essere anche un grandissimo divulgatore).