Stomachion

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mercoledì 29 aprile 2020

Uscire fuori

Ci sono libri che ti parlano, che, senza che tu te ne renda conto, ti dicono qual è il momento migliore per farsi leggere. E Il giro più pazzo del mondo, titolo quanto mai fuorviante, della scrittrice britannica Scarlett Thomas, è uno di questi. La trama, infatti, ruota intorno a due ragazzi, alle soglie dei trent'anni all'inizio del XX secolo, di cui uno, Luke, a causa di una non meglio identificata allergia al Sole, non esce da casa da quando è nato. La sua migliore amica, invece, Julie, è piena di paure: guidare, mangiare roba non preparata da lei o comunque da qualcuno che non conosce, e altre robette di questo genere.
Anche i loro amici, però, non sono da meno: David ha un cancro ai testicoli, Leanne crede di essere una strega, Chantel ha vinto alla lotteria ma ha una madre un po' particolare, Charlotte, la migliore amica di Julie, è in fuga continua da se stessa, innanzitutto dal "fantasma" del fidanzato Mark, morto un paio di anni prima e di cui si sente in colpa. Questo gruppetto si mette in viaggio per raggiungere un guaritore orientale che promette di liberare Luke dalla sua malattia.

martedì 22 maggio 2018

Il nostro tragico universo

Tra tutti i romanzi di Scarlett Thomas, Il nostro tragico universo è il più filosofico di tutti, ma anche il più scientifico e stuzzicante. Andiamolo a esaminare un po' più nel dettaglio
L'amore, l'universo...
Meg Carpenter, tra tutti i personaggi femminili tratteggiati dalla Thomas, protagonista e narratrice, è indubbiamente il più esplicito alter ego dell'autrice, essendo Meg una scrittrice. La sua è una vita piena d'amore: quello per Cristopher, il fidanzato, e quello per un uomo più grande di lei, ma anche già impegnato con un'altra donna. Ci sono, poi, gli amori della migliore amica di Meg, divisa tra il marito, che non riesce a lasciare non sa bene se per amore o per chissà cos'altro, e l'amate, un uomo più giovane di lei verso il quale non sa bene se prova amore o semplice attrazione fisica. E c'è infine l'amore mai sopito di Josh, fratello di Cristopher, verso la stessa Meg, sua ex.
Tutto ciò fa indubbiamente de Il nostro tragico universo un romanzo d'amore, per certi versi tragico. La tragedia, però, non sta nell'amore, ma nell'universo. E questa tragedia viene rappresentata dal fantomatico Kelsey Newman, un filosofo, forse, o magari un ciarlatano, o chissà chi, ma certamente uno scrittore che cerca di divulgare la sua visione dell'universo, una sorta di mondo fittizio che ci prepara al raggiungimento di quello vero, reale, dove ognuno di noi è un eroe che riesce a compiere grandi imprese.
L'universo è, insieme all'amore e alla scrittura, uno dei tre punti cardine del romanzo, un interesse che nella protagonista nasce grazie alle recensioni di libri pseudo-scientifici che scrive per una rivista, un lavoro che le permette di rivelare i ciarlatani che usano la scienza per la propria autopromozione.
In fondo il problema di Meg è più o meno quello dell'informazione, in particolare quella scientifica, dalla sua nascita a oggi: dare credibilità a un certo modo di raccontare l'universo, cercando di inquadrare le ipotesi tra scientifiche e fantasiose. A margine di questo problema, però, ecco spuntare quello che in effetti ispira il titolo del romanzo: il destino dell'universo e degli esseri intelligenti che vivono in esso.

domenica 18 gennaio 2015

L'isola dei segreti

Anne: Lo zero. E' un numero?
Jamie: Si e no. Puoi dire che lo è, perché lo usi come un numero all'interno di sistemi numerici. O almeno, lo usi nello stesso modo in cui usi i numeri. Per esempio, nel numero 507 lo zero si comporta come un numero. Significa che non ci sono decine nel numero, solo centinaia e unità. D'altro canto, dato che tutto il senso dello zero è che indica l'assenza di un numero, non può essere davvero uno di loro.
Ne La scacchiera di John Brunner, quando uno dei "pezzi" si rende conto di essere stato manipolato come un pezzo su una scacchiera, decide di ribellarsi al gioco, trasformandosi in una sorta di variabile impazzita. Più o meno è quello che succede in quasi tutti i romanzi distopici: c'è qualcuno che si rende conto della manipolazione che avviene dall'alto e decide di opporsi al sistema.
La destrutturazione televisiva di questa trama ha trasformato un soggetto dalla forte connotazione di critica sociale e socialista nel così detto filone dei reality show, la cui prima interpretazione è stata quella di chiudere un gruppo di persone a stretto contatto una con l'altra in una location limitante: ad esempio una casa o un'isola deserta.
E' quello che succede ai protagonisti di Bright Young Things di Scarlett Thomas, giunto in Italia con il titolo de L'isola dei segreti: Anne, Jamie, Thea, Bryn, Emily, Paul vengono selezionati con un annuncio per menti brillanti e spediti su un'isola deserta da un misterioso mecenate. I ragazzi scopriranno di essere stati selezionati come cavie di un non meglio specificato esperimento.
Posti di fronte al dilemma se provare a ricontattare il mondo esterno o restare su un'isola sostanzialmente autosufficiente, la risposta sarà forse scontata, ma non per questo meno appagante.
Scarlett Thomas, in questo caso, si concentra su una tematica molto da reality, in un percorso che trae ispirazione anche dal classico Il signore delle mosche di William Golding. In questo caso, però, i giovani naufraghi troveranno anche le motivazioni per collaborare tra loro, nonostante le divergenze di carattere, mentre la scrittrice potrà mostrare le sue abilità nella gestione di un gruppo variegato di personaggi.
Esistono, poi, almeno due ulteriori tematiche oltre al gioco letterario/sociale delle interazioni: innanzitutto una lettura politica, essendo ognuno dei protagonisti un qualche tipo di reietto, di alienato dalla società, una "mente brillante" che, staccandosi dal controllo statale, può costruire nella realtà una società utopistica autosufficiente; e infine una tematica religiosa, che va in sottotraccia (e che la Thomas ripescherà rendendola quasi centrale Il nostro tragico universo), che può essere condensata nella citazione qui sotto:
Anne: Se il contrario di qualcosa è il suo opposto assoluto, tipo la sua immagine allo specchio o una cosa del genere, allora il contrario di uno deve essere meno uno. Lo zero si trova giusto tra i due e da significato a entrambi. Perciò credo che zero non sia un numero. Credo che lo zero sia Dio.

Traduzione di Massimo Bocchiola

mercoledì 21 marzo 2012

Dimostrazione dell'inesistenza dell'eroe

Se non sai come dirlo, lascia le parole a un libro (il grassetto nella citazione è mio)

Mi piacciono tutte quelle cose che dice Vi sulla globalizzazione e sul potere e sulle storie raccontate dai governi occidentali che si rappresentano come degli eroi che combattono il terrorismo o chissà che altro. Ha ragione anche quando dice che il concetto stesso di "eroe" è un paradosso, specialmente nelle democrazie cristiane. L'eroe è colui che ha il diritto di uccidere per ottenere quello che vuole. Chi gli dà questo diritto? Deve essere Dio, altrimenti chiunque può arrogarsi quel diritto... ed è quello che succede nonostante la disapprovazione generale. Non può essere un diritto di origine culturale perché la cultura non è qualcosa di immutabile. Ma quale genere di Dio deciderebbe di dividere le persone in coloro che possono uccidere e coloro che devono essere uccise? Un Dio dovrebbe amare tutti allo stesso modo. Quindi l'eroe non può esistere.

(da Il nostro tragico universo di Scarlett Thomas, trad. di Carla De Caro)

martedì 2 marzo 2010

PopCo

More about PopCo.Che fine ha fatto Mr.Y?, l'ultimo romanzo di Scarlett Thomas, presentato per primo in Italia dalla Newton Compton, fu accostato dall'editore al romanzo di Carroll Alice nel Paese delle Meraviglie. Molto più di Mr.Y, questo PopCo, penultimo della serie, può essere accostato allo spirito carrolliano vista la presenza della matematica e della crittoanalisi come filo rosso di tutto il romanzo.
Alice Butler è, infatti, una crittoanalista che lavora per la PopCo, una compagnia che realizza giochi, da quelli tradizionali, a quelli in scatola, fino ai moderni videogiochi. Della vita di Alice, la scrittrice ci narra lo spezzone che si svolge in una villa nella brughiera inglese nella quale la PopCo ha organizzato l'annuale congresso della multinazionale, dove comunica ad un gruppo di creativi opportunamente selezionati che sono stati scelti per un segretissimo incarico: cercare di ideare il giocattolo perfetto per conquistare il cuore e il portafogli delle teenager. Ovviamente tra i selezionati la nostra Alice, che narra come già in Mr.Y, in prima persona.
La vicenda viene descritta attraverso due voci distinte: la Alice bambina, appena abbandonata dal padre partito alla ricerca di un tesoro nascosto chissà dove, che vive con i nonni, un crittoanalista e una matematica che ha conosciuto Turing, lavorando con lui a Bletchley Park insieme al gruppo di matematici messi assieme dal governo britannico per scardinare il codice alla base della macchina di criptazione tedesca Enigma. Quindi la Alice adulta, quella che idea giocattoli per la PopCo.

venerdì 11 settembre 2009

La variabile indipendente

More about Che fine ha fatto Mr Y?Un libro particolare, questo di Scarlett Thomas, Che fine ha fatto Mr.Y. E vista la natura del libro, non escludo, come suppongo nel titolo, che il Mr.Y ideato dalla Thomas sia riferito alla y, che generalmente, in matematica, è la variabile dipendente. E Mr.Y, così come chiunque viva nel mondo reale, sembra quasi essere una variabile dipendente, mentre quella indipendente è costituita da chiunque si ritrovi a vivere nella Troposfera. Andiamo con ordine: Thomas Lumas, misterioso scrittore vissuto tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, è oggetto d'interesse e di studio di Ariel Manto e del suo supervisore di dottorato Saul Burlem, conosciuto ad una conferenza su Lumas tenuta proprio da Burlem. Qui i due scoprono una serie di interessi culturali, su tutti Lumas, che spingono Burlem a chiedere ad Ariel di diventare sua studentessa e prendere da lui la tesi di dottorato. Per fortuna Ariel accetta solo la tesi, senza andare oltre, ma al tempo stesso diventa anche una sfortuna aver accettato una tesi così complessa sugli esperimenti mentali che non le spegne l'interesse per Lumas e per il suo più misterioso libro: Che fine ha fatto Mr.Y.
L'inizio del libro della Thomas vede la scomparsa di Burlem e il ritrovamento, da parte di Ariel, del tomo misterioso: così il lettore si trova catapultato nella doppia lettura delle vicende reali di una Ariel decisamente sempre più distaccata dal mondo reale, dove cambia un eccesso con un altro, ultimo una relazione con un uomo sposato semplicemente perché in questo modo è sicura di non doversi impegnare, e delle vicende fittizie di Mr.Y tratteggiate dallo scrittore Lumas. La finzione si mescola alla realtà (o alla finzione reale della Thomas) e questa fusione diventerà ancora più stretta quando Ariel proverà la particolare mistura che consente a chi la assume di entrare nella Troposfera e da qui trasferire la propria coscienza in qualunque essere vivente, sia esso uomo o animale.
Ariel diventerà sempre più assuefatta dalle visite nella Troposfera e sempre più distaccata dalla sua vita reale, nonostante la conoscenza di un ragazzo, un dottorando di teologia, che la ama sinceramente, ma che lei, condividendone i sentimenti, respinge immancabilmente. Al di là delle vicende di Ariel, però, il romanzo spicca per una intelligente fusione tra filosofia, letteratura e fisica, in particolare teoria delle stringhe, gatto di Schrödinger e quant'altro della fisica moderna venga visto quasi come mistico. Punto di riferimento della Thomas in questo senso è il bel libro di Michio Kaku Mondi paralleli, cui si deve aggiungere anche Big Bang di Simon Singh (quello dell'Ultimo teorema di Fermat: ancora questo libro citato dalla Thomas non sono riuscito a scovarlo...). Si potrebbe quasi dire che la Thomas fa, con la filosofia, la religione, la fisica e il mondo dei quanti un'operazione simile a quello che fece Dan Brown con il Codice Da Vinci, realizzanto però un miscuglio fantastico estremamente gradevole, ma anche molto originale.
Vi lascio al commento di Pullman, quello della bussola d'oro:
Ingegnoso e originale... Un'ottima storia che sprizza intelligenza


Piccola nota finale sulla traduzione: per tutto il libro il termine popular science viene tradotto come scienza popolare e non con il più corretto divulgazione scientifica. Come cantava qualcuno qualche anno fa... Sono cose della vita...