
Un libro particolare, questo di
Scarlett Thomas,
Che fine ha fatto Mr.Y. E vista la natura del libro, non escludo, come suppongo nel titolo, che il
Mr.Y ideato dalla Thomas sia riferito alla
y, che generalmente, in matematica, è la variabile dipendente. E Mr.Y, così come chiunque viva nel mondo reale, sembra quasi essere una variabile dipendente, mentre quella indipendente è costituita da chiunque si ritrovi a vivere nella
Troposfera. Andiamo con ordine:
Thomas Lumas, misterioso scrittore vissuto tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, è oggetto d'interesse e di studio di
Ariel Manto e del suo supervisore di dottorato
Saul Burlem, conosciuto ad una conferenza su Lumas tenuta proprio da Burlem. Qui i due scoprono una serie di interessi culturali, su tutti Lumas, che spingono Burlem a chiedere ad Ariel di diventare sua studentessa e prendere da lui la tesi di dottorato. Per fortuna Ariel accetta solo la tesi, senza andare oltre, ma al tempo stesso diventa anche una sfortuna aver accettato una tesi così complessa sugli esperimenti mentali che non le spegne l'interesse per Lumas e per il suo più misterioso libro:
Che fine ha fatto Mr.Y.
L'inizio del libro della Thomas vede la scomparsa di Burlem e il ritrovamento, da parte di Ariel, del tomo misterioso: così il lettore si trova catapultato nella doppia lettura delle vicende reali di una Ariel decisamente sempre più distaccata dal mondo reale, dove cambia un eccesso con un altro, ultimo una relazione con un uomo sposato semplicemente perché in questo modo è sicura di non doversi impegnare, e delle vicende fittizie di Mr.Y tratteggiate dallo scrittore Lumas. La finzione si mescola alla realtà (o alla finzione reale della Thomas) e questa fusione diventerà ancora più stretta quando Ariel proverà la particolare mistura che consente a chi la assume di entrare nella Troposfera e da qui trasferire la propria coscienza in qualunque essere vivente, sia esso uomo o animale.
Ariel diventerà sempre più assuefatta dalle visite nella Troposfera e sempre più distaccata dalla sua vita reale, nonostante la conoscenza di un ragazzo, un dottorando di teologia, che la ama sinceramente, ma che lei, condividendone i sentimenti, respinge immancabilmente. Al di là delle vicende di Ariel, però, il romanzo spicca per una intelligente fusione tra filosofia, letteratura e fisica, in particolare teoria delle stringhe,
gatto di Schrödinger e quant'altro della fisica moderna venga visto quasi come mistico. Punto di riferimento della Thomas in questo senso è il bel libro di
Michio Kaku Mondi paralleli, cui si deve aggiungere anche
Big Bang di
Simon Singh (quello dell'
Ultimo teorema di Fermat: ancora questo libro citato dalla Thomas non sono riuscito a scovarlo...). Si potrebbe quasi dire che la Thomas fa, con la filosofia, la religione, la fisica e il mondo dei quanti un'operazione simile a quello che fece
Dan Brown con il
Codice Da Vinci, realizzanto però un miscuglio fantastico estremamente gradevole, ma anche molto originale.
Vi lascio al commento di
Pullman, quello della
bussola d'oro:
Ingegnoso e originale... Un'ottima storia che sprizza intelligenza
Piccola nota finale sulla traduzione: per tutto il libro il termine
popular science viene tradotto come
scienza popolare e non con il più corretto
divulgazione scientifica. Come cantava qualcuno qualche anno fa...
Sono cose della vita...