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A fianco delle critiche (o delle paure) contro i guasti che le biotecnologie potrebbero causare al genere umano, e indipendentemente dagli intenti altruistici dei ricercatori, c'è anche il tema forte della diversità, che può assumere differenti aspetti e forme, e dei conseguenti tentativi di integrarsi, di apparire normali agli occhi di un mondo i cui singoli componenti non aspettano altro che sentirsi speciali.
In tutto questo si aggiunge anche il tema della perdita (della madre, degli amici): Brian, a causa della malattia che colpisce le persone a lui più care, si vedrà abbandonare giorno dopo giorno, iniziando dall'abbandono originale, quello di un padre fuggito per mancanza di coraggio. Martin, grazie a uno stile hard boiled estremamente pulito (segno preciso e chine mai cariche, puntando al massimo su sfondi scuri per sottolineare alcuni passaggi), riesce con delicatezza a trattare ciascuno di questi passaggi, affiancando in parallelo dei testi assolutamente verosimili. La stessa trattazione dei personaggi crea, poi, un evidente distacco tra Brian e i sui coetanei, con questi ultimi molto più liberi anche nel linguaggio, mentre il protagonista sempre tratteggiato con una sorta di delicatezza di fondo, caratteristica evidentemente necessaria per raccontare di un personaggio in perenne bilico.
La recensione si basa sull'edizione, ormai fuori commercio, della fallita Coniglio, recuperata in una libreria di reminders.
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