Con l'avvento di nuove tecniche espressive, la genialità è andata diffondendosi, e se applichiamo il criterio di cui sopra, per esempio al cinema, potremmo considerare un genio quel regista in grado di girare con attori mediocri e a basso costo un film capolavoro. Magari in tempo di record:
Cribbio, questo Starr. Che fenomeno. Sei giorni, e dico sei, mamma santissima, e ti gira tutto un film. Un genio!Lopez, operatore cinematografico, si riferisce al regista Leander Starr, un personaggio particolare in fuga perenne dai debitori e dal fisco, con le tasche sempre bucate, alla ricerca di una vita più che lussuosa inseguendo produzioni che per un motivo o per l'altro non fruttano quanto sperato.
Poi, finalmente, la grande occasione in Messico, di girare un film storico che lo riporterà in auge,il film più bello della sua vita.
E' dunque intorno a questo regista particolarmente istrionico e al suo capolavoro che ruota Genio di Patrick Dennis, romanzo ironico e divertente, in alcuni punti addirittura esilarante, che in ultima analisi è un atto d'amore verso il cinema e la Hollywood vecchio stile, quella in stile Constance contro tutti di Ray Bradbury, tanto per citare un altro grande, quella interessata a raccontare storie, grandi o piccole che siano, in cui lo spettatore possa riconoscersi.
(1) Il pregio di questa definizione è che la genialità la si può imparare, come succede nei campi scientifici, dove è d'uopo imparare a cercare le soluzioni semplici ai problemi complessi. E' quasi la norma!
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