Stomachion

domenica 31 gennaio 2016

Bisogna saper aspettare con Topolino #3140

Topolino 3140 è un numero interessante e divertente per almeno due buoni motivi. Il primo è legato alla scienza e il secondo alla fantascienza.
Effetto "N"
I percorsi della scenza sono vari e spesso tortuosi. Ad esempio Henri Poincaré ebbe bisogno di una sorta di mini vacanza per risolvere un problema matematico particolarmente spinoso. E' con questo spirito che si deve immaginare Archimede in vacanza ne Il misterioso effetto "N", gradevole storia di Augusto Macchetto per i disegni di Paolo De Lorenzi che vede coprotagonista, anche se per poche vignette, la scienza e la sua storia. Ad esempio gli ingredienti base per l'invenzione della fotografia erano tutti presenti da tempo: il nitrato d'argento, detto anche sale d'argento, la camera oscura e le lenti.
Le lenti sono sicuramente lo strumento più antico: ad esempio quella rinvenuta a Nimrud risale al VII secolo a.c. e probabilmente non serviva come elemento decorativo (diciamo che ancora non si sa a cosa servisse!).
La camera oscura, invece, venne descritta da Leonardo Da Vinci nel 1515 a partire dai lavori sull'ottica dell'arabo Alhazen e presumibilmente venne utilizzata il 24 gennaio del 1544 da Rainer Geinma Frisius per osservare l'eclissi di sole.
La proprietà del nitrato d'argento di scurirsi alla luce del sole venne scoperta per la prima volta nel 13.mo secolo da Alberto Magno, sebbene degli esperimenti più puntuali in tal senso vennero condotti nel 1727 da Johann Heinrich Schulze.
Da qui la storia della fotografia prosegue in maniera più o meno appassionante, prima con il ceramista inglese Thomas Wedgwood, che si accorse delle stesse proprietà del nitrato d'argento osservate da Magno e Schulze, quindi con Humphry Davy, che descrisse i suoi procedimenti e successivamente con Joseph Nicéphore Niépce, che a partire dalla litografia giunse alla così detta eliografia.
Per problemi con la Royal Society, che gli negò la pubblicazione dei risultati, volendo Niépce conservare per se gran parte delle informazioni legate al procedimento di realizzazione delle eliografie, quest'ultimo si associò con il parigino Louis Jacques Mandé Daguerre, con il quale firmò un contratto per continuare insieme le ricerche per i dieci anni successivi. Dopo circa quattro anni Niépce morì e il suo posto nella collaborazione venne sostituito dal figlio Isidore: gli scarsi contributi di quest'ultimo al progetto consigliarono il pittore Daguerre a modificare il contratto, introducendo anche la clausola sul nome del procedimento, che divenne dagherrotipo. E da qui la storia della fotografia!
Un altro esempio è l'eolipila, a metà strada tra un motore a getto e una macchina a vapore, progettata dal matematico greco Erone, meglio noto per la formula che permette di calcolare l'area di un triangolo a partire dalle lunghezze dei lati: \[A = \sqrt{p \cdot (p-a) \cdot (p-b) \cdot (p-c)}\] con $p = a+b+c$.
L'eoilipla era una sfera, probabilmente di rame, messa in rotazione dal vapore generato da una data quantità d'acqua scaldata in una vasca posta sotto la sfera. La rotazione è causata dalla fuoriuscita del vapore attraverso due tubi a L. Il progetto di Erone venne costruito nel 1978 da John Landels, ma sebbene la sfera riuscisse a girare a circa 1500 giri al minuto, per poter continuare a funzionare erano necessari diverse centinaia chili di legna all'ora.
Tralasciando tutte queste informazioni, Macchetto arriva, però, all'essenza di tutto ciò: è possibile riuscire a ideare qualcosa di nuovo semplicemente osservando la realtà e partendo dagli oggetti semplici che ci circondano, arrivando, come nel caso della storia proposta per Topolino 3140, alla costruzione di un ascensore orbitale verso la Luna.
E tutto questo, com'è giusto che sia, genera meraviglia!
A spasso nel tempo con il faraone triplo!
Alessandro Sisti torna ai garbugli temporali, partendo da un soggetto iniziale abbastanza classico: un ritrovamento archeologico nell'antico Egitto con tanto di maledizione, che sembra avverarsi quando gli archeologi della spedizione, tra cui Zapotec, iniziano a scomparire.
Zapotec è un attempato professore ideato da Massimo De Vita per Topolino e l'enigma di Mu (1979)(1). Il suo aspetto ricorda sia il professor Challenger del Mondo perduto di Arthur Conan Doyle, sia il fotografo e antiquario Augustus Le Plongeon, il primo a suggerire l'esistenza della civiltà perduta di Mu. Ed è proprio sulle tracce di questa civiltà che Topolino e Pippo si lanciano insieme con Zapotec.
Con Topolino e la maledizione del faraone triplo, ritroviamo il professore impegnato nella sua attività principale di studioso di siti archeologici, dall'altro Sisti sposta nel finale del primo tempo la trama verso la fantascienza, innestando sull'idea iniziale variazioni di soggetti di altre due sue storie, La deriva u-cronica e Lo strappo temporale. La storia, infatti, prevede la presenza di un potenziale problema temporale, come ne La deriva u-cronica, risolto grazie alla presenza di un simpatico alieno pasticcione, un po' come il coprotagonista de Lo strappo temporale.
Senza farsi mancare il classico complotto di potere, Il mistero del faraone triplo è fondamentalmente una storia divertente, la cui leggerezza viene ulteriormente sottolineata dai disegni rotondi di Alessia Martusciello, che pur non risultando spettacolari, riescono funzionali all'atmosfera della storia.
(1) Vedi l'Essential 11 dedicato ai Grandi Classici

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