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Marco Gervasio continua l'opera di inserimento di Fantomius all'interno della continuity di Barks-Rosa, sia assegnando all'avo di Fantomius il ruolo del Duca Pazzo, costruttore del maniero citato ne Il castello del duca pazzo di Carl Barks, sia incrociando la strada dei Quackett con quella di Francis Drake, più volte citato dall'Uomo dei Paperi e che secondo Don Rosa costruì il Forte Paperopoli il 17 giugno del 1579.
La storia scritta da Gervasio è abbastanza ordinaria, sviluppandosi tra la trama ambientata nel passato e il furto nel presente di Fantomius: i due soggetti si intrecciano per risolversi insieme, senza riuscire a proporre un qualche reale guizzo narrativo, a parte qualche divertente battuta che riesce a strappare un paio di sorrisi. Sembra quasi che la serie stia procedendo stancamente, adagiandosi su una struttura consolidata, mentre la trama generale si sviluppa lentamente verso lo scontro con un avversario vicino al ladro gentiluomo.
Come già rilevato per Gli anelli di Cagliostro, anche sul lato grafico c'è ben poco da segnalare, a parte l'interessante interpretazione di Francis Drake, leggermente più piratesca e spigolosa rispetto a quella di Don Rosa.
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La parte grafica viene affidata a Valerio Held, per anni una delle colonne di Topolino insieme con il suo maestro Luciano Gatto, presso il cui studio iniziò a lavorare nella seconda metà degli anni Settanta. Pur mostrando un tratto chiaramente figlio da quello di Gatto, Held riesce ben presto a trovare il suo stile proponendo personaggi più snelli e scattanti. Con l'introduzione delle tecniche di disegno digitale il tratto dei due autori si è ulteriormente snellito: ottimo esempio nel caso di Held è proprio questa Notte di luce, buona prova per l'esperto disegnatore a parte un paio di primi piani non completamente efficaci.
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L'interesse per la storia è, invece, fornito da Emanuele Baccinelli, uno dei frequentatori del forum del Papersera, al suo esordio su Topolino. Il disegnatore ha sicuramente ampi margini di miglioramento: il suo stile è soprattutto un collage di influenze, dove quella principale è di Giorgio Di Vita, sebbene in alcuni personaggi di contorno sembrano emergere tratti alla Gigi Piras o alla Stefano Turconi. Ad ogni modo Baccinelli, pur cercando ancora la sua strada, può essere considerato come un buon acquisto per il settimanale.
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