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Dagli acchiappafantasmi agli alieni
La storia inizia con i bambini della scuola di Quack Town che raccontano di quello che sognano di fare da grandi. Tra tutti c'è il sogno del giovane Allan, che vorrebbe diventare un regista. Paperino gli fornirà la prima idea: Ghostbusters. Nella storia realizzata da Vitaliano, infatti, la vecchia biblioteca di Quack Town sembra infestata dai fantasmi e Paperino, Tom e Louis si improvviseranno acchiappa-fantasmi per catturare l'intruso. L'iconografia utilizzata da Daniela Vetro e la terminologia usata dai tre paperotti è però influenzata dalla pellicola del 1984 di Ivan Reitman, che ha peraltro influenzato almeno altre due storie disneyane di produzione italiana: Paperino acchiappafantasmi (1987) di Bruno Concina e Paolo Ongaro e Paperino e Paperoga ghostbusters (1991) di Giorgio Pezzin e Silvio Camboni, che ricalca molto più fedelmente la trama del film di Reitman rispetto alla storia di Concina e Ongaro.
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Al di là della ricchezza di spunti cinematografici de La biblioteca dei fantasmi, la storia d'apertura del numero si rivela comunque divertente e poetica.
Illusionismi
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La storia, dal ritmo serrato, è un mix di misteri e illusioni che mette in difficoltà Topolino in maniera non banale, riuscendo a coinvolgerlo in una gag comica ricorrente che alla fine saprà volgere a suo favore.
Ritorno nel Klondike
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La storia è l'ennesimo racconto del passato di Paperone durante la corsa all'oro, ma rispetto ad altre avventure presenta una piccola novità. Nella prima parte, infatti, Stabile sembra ispirarsi ai corti animati classici di Paperino, in particolare quelli contro animaletti di piccola staza, come Cip e Ciop, o insetti vari contro i quali ingaggia battaglie destinate sempre alla sua sconfitta. Nel caso di Paperone, però, l'avversario è un alce testardo e amante del formaggio stagionato che sembra destinato a vincere contro il non ancora ricco papero magnate, fino a che non arriva una inusitata alleanza tra i due.
La seconda parte scivola rapidamente verso il classico: una storia di ricerca dell'oro condita con la formazione di una grande amicizia tra Paperone e l'alce. Stabile, però, sembra non rinunciare a una stoccata a serie come I milioni di Paperone grazie a una brillante battuta messa in bocca a Nonna Papera. In questo caso, però, Paperone non sembra fare spalucce come al solito e anzi l'ultima e poetica pagina della storia, marchio di fabbrica del buon Vito, riconcilia il lettore con una versione del personaggio più umana e meno sopra le righe rispetto alla visione di altri autori disneyani.
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