Mentre prosegue
L'orizzonte degli eventi di
Francesco Artibani e
Lorenzo Pastrovicchio (su cui spero di poter scrivere un articolo a fine serie), il resto del sommario di
Topolino propone un'interessante serie di avventure più o meno riuscite su cui spicca in particolare il quarto episodio della serie
Sezione scomparsi.
Le apparenze ingannano
Ideata nel 2009 da
Giorgio Salati per i disegni di
Francesco D'Ippolito, riprende nel 2017 con
Gus, per poi bloccarsi nuovamente fino all'uscita del terzo episodio su
Topolino #3244 di fine gennaio e quindi con
Il troppo stroppia del numero ancora in edicola.
La struttura è abbastanza
standard e riprende l'
incipit del noto
serial televisivo
Senza traccia: nel caso della serie
disneyana abbiamo la prima pagina che narra brevemente le circostanze della scomparsa su cui andranno a indagare Basettoni insieme con Manetta, Rock Sassi e Sara Fox, personaggio ideato da Salati appositamente per questa serie e visualizzato da D'Ippolito con un aspetto che ricorda molto da vicino la Patty Ballesteros di
Anderville.
Fondamentalmente
Sezione scomparsi è un poliziesco/procedurale fatto di raccolta di prove e testimonianze sul campo, interrogatori e quant'altro con un ritmo serrato ma non ansiogeno che nel complesso riesce a restituire le atmosfere di
Senza traccia su una rivista come
Topolino. Il tratto forte e marcato nelle inchiostrazioni di D'Ippolito mostra molte influenze dovute a
Stefano Turconi, anche nella scelta dei personaggi di contorno in un florilegio di animali antropomorfi lì dove la maggior parte dei disegnatori
disneyani tende a utilizzare per lo più i cani antropomorfi.
Salati, infine, inserisce nell'ultimo episodio,
Una questione di fiducia, alcuni elementi interessanti tipici dei
serial televisivi che promettono sviluppi futuri decisamente appassionanti.
Il solito Paperino? Anche no
Per lo più preoccupati a dimostrare che Topolino non è quel
perfettino antipatico che gli è stato appiccicato addosso nel corso degli anni, gli autori tendono a dimenticarsi che Paperino non è il solito amante dell'ozio a oltranza, anche questo un carattere appiccicatoggli addosso negli anni soprattutto dalla scuola italiana. Ne
L'inerzia forzata di
Marco Bosco e
Andrea Lucci si riprende all'ennesima potenza proprio quel Paperino, esasperato dall'arrivo contemporaneo dei parenti che iniziano a discutere su cui abbia la priorità dei suoi servigi. Tutto l'episodio, peraltro disegnato in maniera
pucciosa da Lucci (e questo non è un giudizio esattamente gradevole per i miei gusti), è un'enfasi continua su quanto a Paperino piaccia oziare, ricordando al vecchio lettore perché ama il Paperino di
Carl Barks: un personaggio attivo in mille avventure intorno al mondo oppure impegnato nei lavori più disparati, molti dei quali condotti con un discreto successo.
Paperino sarebbe perfetto per raccontare le difficoltà di una società in continua e veloce trasformazione, ma gli autori tendono a perdere quest'occasione restando sul classico
cliché di cui
L'inerzia forzata è solo l'ennesimo e più evidente esempio. Il dramma è che tale caratterizzazione emerge spesso anche in storie qualitativamente migliori, mostrando un
trend dal quale difficilmente si riuscirà a uscire nel breve periodo.
Sfida salutista
valentina Camerini supportata da
Daniela Vetro ai (anche questi
pucciosi, ma un po' più gradevoli rispetto a Lucci) disegni mette in campo una sfida culinaria tra Paperone e Rockerduck su chi riesce a vendere di più e meglio il prodotto più salutista e a chilometro zero. E' una tutto sommato gradevole presa in giro del mercato alimentare, esasperato dalla ricerca di una (spesso) finta genuinità e da un
marketing aggressivo per dimostrare che i propri prodotti sono i più salutari e genuini. Forse non avrebbe meritato di chiudere il numero, ma tutto sommato si è rivelata nel succedersi delle pagine una lettura divertente, interessante e intelligente.
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