Conosco questa carta. E' il primo arcano maggiore dei Tarocchi. La carta zero, il matto.
Certo. Incurante e con lo sguardo fisso
Il matto fa un passo e va nell'abisso.
Forse egli conta che il vento polare
Lo afferri e lo porti dove gli pare.
Così ogni impresa ha inizio alcuno,
Un passo incauto dallo zero all'uno.
Nella magia, questo è il primo espediente:
Far comparire qualcosa dal niente.
Come un coniglio da un cilindro vuoto
O un pensier dal nulla più buio ed immoto.
Dove hanno avuto spazio e tempo una culla
Se non in questo quantistico nulla?
La materia è caduta o è stata spinta
Dal nulla in un'esistenza distinta?
Come tutto è caduto, chi lo decide?
Il matto sa ma non parla e sorride.
Dal fumo, da specchi è la nostra venuta.
Alesster Crowley narra una battuta
Che, se ne comprendi appien le parole,
Chiarisce ogni magia come il Sole...
(da Metaphore, di Alan Moore e J.H.Williams III, su ABC#13, ed.Magic Press, trad.Leonardo Rizzi, il grande!)
(trad. titolo: metafora)
(nota: per i colori vedi Promethea; per il titolo: è in effetti il gioco dello Scarabeo. Moore, partendo dal nome del suo personaggio, Promethea, ha realizzato per ogni carta una diversa parola o frase di senso compiuto. Per la citazione di Crowley di Gigino, vedere la recensione al numero corrispondente di ABC)
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