E' stato un viaggio lungo e difficile, ma alla rine Sulla strada di Kerouac è finito!
Non è un romanzo così brutto, però, ha anche alcuni passaggi molto belli, come la seconda parte quasi in toro o il viaggio in Messico di Sal e Dean, i due amici protagonisti della vicenda. E' certo una descrizione di una generazione obiettivamente allo sbando, sbattuta da un capo all'altro delle coste statunitensi alla ricerca di non si sa cosa. Se il narratore, Sal, alla fine sembra trovare uno spiraglio per mettere a posto le sue peregrinazioni non solo fisiche ma anche morali, Dean viene descritto come un pazzo completo, ancora inquieto sul finire del libro.
Per certi versi Kerouac rappresenta le sconfitte di un certo modo di vivere, quasi inconsapevole (non mancano, comunque, alcune sferzate come quella contro la polizia statunitense), piuttosto superficiale, puntato più sulle soddisfazioni immediate, senza pensare troppo alle conseguenze. Nel complesso non è un brutto romanzo, questo Sulla strada, però non è neanche quel gran capolavoro tanto decantato nel retro della copertina: il ritmo teso e coinvolgente di Kerouac non emerge quasi mai, se non in alcuni limitati momenti, e certo da poco respiro al lettore, non perché sia invogliato a continuare la lettura, ma semplicemente perché non ci sono punti comodi dove interromperla per anche solo semplicemente andare a bere un bicchiere d'acqua. Sicuramente è un romanzo da leggersi con calma, che in questi miei momenti di irrequietezza mi ha decisamente rappresentato, e probabilmente senza i quali avrei apprezzato ancora meno il libro di Kerouac.
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