
In questo modo si potrebbe condensare
Un ponte tra le stelle, splendido romanzo regalatoci da due abili scrittori di fantascienza quali sono
James Edwin Gunn e
Jack Williamson. L'unione tra i due autori mescola le atmosfere di tensione e l'avventura pura tipiche sicuramente di Williamson (vedere l'
horror fantascientifico
Il figlio della notte) con quelle più introspettive di Gunn (vedere
Gli ascoltatori, che ho iniziato a leggere proprio mentre sto scrivendo queste note per poi programmarle sul
blog). Un ponte tra le stelle diventa quindi un'occasione per raccontare un'avventura di ribellione e libertà, un modo per esaltare le qualità individualistiche degli individui all'interno di una perfetta collaborazione, basata sulla reciproca fiducia. I due autori, inoltre, non dimenticano di scavare nell'animo umano e in ciò che è in grado di influenzare non solo le azioni dei singoli, ma anche quelle della massa. Avventuroso e pieno di tensione, istruttivo sapendo leggere tra le righe (come ogni romanzo di fantascienza che si rispetti) e con un colpo di scena finale, forse un po' scontato per il lettore più attento, ma che certo non può fare altro che strappare un sorriso finale chiudendo il romanzo.
Interessante, poi, non solo il modo in cui l'impero di
Eron è stato costruito, ma anche su quali considerazioni fisiche si basano sulla
tecnologia dei Tubi, che consentono di coprire grandi distanze siderali in tempi molto brevi: sembra che, ben prima di molte delle considerazioni e conseguenze della
Teoria delle Stringhe, i due autori propongono un sistema che sfrutta una teoria ancora non nata (il romanzo è del
1955).
E' da romanzi come
Un ponte tra le stelle che deriva tanta buona fantascienza e da cui tanti buoni autori colgono stili e stimoli, come ad esempio il nostro
Valerio Evangelisti, o autori di fumetti come
Grant Morrison. Un romanzo sull'individuo, sui suoi rapporti con gli altri, con la storia, con la società, un romanzo che un amante della fantascienza non può non leggere.
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