In questo momento mi trovo a New York. Questo post è stato programmato in anticipo. Se posso scriverò qualcosa per raccontarvi della gita, altrimenti dovrete attendere il rientro.
Uno dei personaggi più enigmatici di Top Ten è il gigante blu Jeff. In Smax, finalmente, andiamo nel suo mondo e veniamo a conoscenza del suo passato, grazie alla morte dello zio adottivo. Nel suo viaggio porterà con sé Robyn, che alla fine risulterà determinante per la conclusione della sacra ricerca.
Infatti Jeff viene da un mondo periferico, dove la magia è sovrana rispetto alla tecnologia. Orchi, elfi, nani, draghi, maghi, mezziorchi come Jeff e la sorella Rexa, nati dalle violenze compiute dal padre, un orco, sulla madre, un'eroina andata ad ucciderlo, quell'orco.
Con il suo solito stile dissacrante, Alan Moore, coadiuvato da Zander Cannon, riscrive il fantasy in maniera anche inaspettata, un po' alla Neil Gaiman, con tanto di burocrazia: bisogna andare a chiedere, infatti, il permesso nell'apposito ufficio per iniziare una sacra ricerca nell'ufficio preposto, fino a concludere di fronte a una delle tante morti, ovvero i tizi incappucciati con falce alla mano e teschio al posto della faccia, che magari invece di giocare a scacchi preferiscono le parole crociate e sono forse un po' stupidi, almeno se non li fai arrabbiare (più o meno...). E ovviamente ogni morte deve essere assegnata ad ogni ricerca.
A Jeff e Robyn, ad esempio, tocca Carlo, la morte che non è brava a scacchi e perde sempre con il contadino, e per fortuna evitano Gigi, la morte epica e leggendaria, quella che ha reso la morte per quello che è, giusto per intenderci, che però non tarderà a fare la sua inquietante comparsa, visto che un epico e leggendario scontro si prepara tra Jeff e Astrosplendente, un drago elementale che colleziona anime da cui trae il potere. E che per inciso è anche particolarmente antipatico!
Il finale, senza anticiparvelo troppo, è ricco di fisica, che poi sarà la chiave per la sopravvivenza dei nostri eroi.
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