In questo momento mi trovo a New York. Questo post è stato programmato in anticipo. Se posso scriverò qualcosa per raccontarvi della gita, altrimenti dovrete attendere il rientro.
Dopo i reportage di Kapushinski nelle parti più disagiate del mondo, ritorniamo in Africa, quel continente che aveva calamitato la prima parte de La prima guerra del football, con Doris Lessing e i suoi Racconti africani.
Premio Nobel per la letteratura nel 2007, Doris Lessing ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza in Africa, in particolare in Rhodesia, l'attuale Zimbabwe. E' questa, dunque, l'ambientazione degli 11 racconti contenuti nella raccolta in cui si narra del rapporto tra l'uomo bianco, il colonizzatore, e gli indigeni, di pelle scura, di come solo col tempo, ad esempio in Il vecchio Capo Mshlanga, una giovane si rende conto di come quella terra, in origine, appartenesse a quelle persone che per buona parte della sua infanzia ha visto dall'alto in basso, niente più che schiavi o al meglio servi.
Ci sono, poi, alcuni racconti che, nella loro essenza, prescindono dall'ambiente, che presentano situazioni per certi versi anche possibili in una situazione cittadina, ma che vengono inevitabilmente esaltate dall'isolamento cui l'Africa spesso costringe gli uomini civilizzati. E' il caso di Inverno in luglio, una sorta di Cime tempestose africano che per fortuna è stato scritto dalla Lessing e non da De Sade. Storia di due cani, invece, potrebbe essere tranquillamente Il richiamo della foresta della Rhodesia.
Una modica invasione di locuste, invece, è quasi un invito ad adattarsi ai cicli africani, mentre Una moglie di troppo colpisce per brevità, sintesi, efficacia e divertimento.
Una bella raccolta, degna di un Premio Nobel.
Gita giusto un po' fuoriporta! :)
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