
Ispirato dallo spettacolo, ho dunque provato a tradurre la poesia #764 e questo è l'umile risultato:
All'angolo - fino a che un giorno
Il proprietario passò - identificato -
E Mi portò via -
E ora Noi vaghiamo tra Boschi Sovrani(1) -
E ora Noi cacciamo la Cerva(2) -
E ogni volta che parlo per Lui
Le Montagne rispondono all'istante -
E sorrido, come luce cordiale
Sopra la Valle fiammeggio -
E' come una faccia Vesuviana
Che si è permessa di esistere attraverso il piacere(3) -
E quando la Notte - finito il Nostro buon Giorno -
Io proteggo la Testa del Mio Maestro -
E ciò è meglio di un Vivo Cuscino
Di Somateria(4) - da aver condiviso -
Del Suo nemico - Io sono un nemico mortale -
Non uno si muove una seconda volta -
Sul quale io poggio un Occhio Giallo -
O un enfatico Pollice -
E anche se Io di Lui - possa vivere più a lungo
Egli è più necessario - di Me -
Per Me ho solo il potere di uccidere,
Senza - il potere di morire -
Emily Dickinson
(1) Basandomi su questa analisi della poesia ho optato per la traduzione proposta perché a me da la sensazione che i boschi non siano sovrani perché appartenenti a un re, ma perché sono essi stessi sovrani della natura.
(2) doe vule anche dire daino, coniglio, lepre, ma sempre seguendo l'interpretazione di cui sopra la scelta è caduta sulla femmina del cervo.
(3) Interpretazione abbastanza contestabile dei due versi It is as a Vesuvian face/Had let it’s pleasure through. E' soprattutto una questione di gusto: mi piace pensare che Emily Dickinson volesse semplicemente trasmettere l'idea che esistere e provare piacere fossero due cose legate una all'altra.
(4) Un uccello.
Il testo originale e una sua traduzione
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