Stomachion

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mercoledì 30 marzo 2022

[269]

Notti selvagge - Notti selvagge!
Fossi insieme a te
Le notti selvagge sarebbero
La nostra lussuria!
Futili - i venti -
Per un Cuore in porto -
Fatto con la Bussola -
Fatto con la Mappa!
Vogando nell'Eden -
Ah - il Mare!
Potessi anche solo ormeggiare - stanotte -
In te!
(mia traduzione)

martedì 8 settembre 2020

[387] - La Luna è lontana dal mare

La Luna è lontana dal mare,
Eppure, con le mani d'ambra
Lo guida, docile come un ragazzo,
Lungo la sabbia destinata.
Egli non perde nessun segno, Obbediente all'occhio di Lei,
Arriva così tanto lontano, oltre la città,
Così tanto lontano, va via.
Oh, Signore, Tua, la mano d'ambra
E mio, il mare lontano,
Obbediente all'ultimo comando
Il tuo occhio me lo impone.

giovedì 28 novembre 2019

Wikiritratti: Alessandro Marchetti

Per una volta non vi propongo una biografia nel giorno del suo compleanno, ma semplicemente perché sono incappato nel matematico italiano Alessandro Marchetti, classe 1633, nato a Empoli il 17 marzo, concludendo i suoi giorni terreni a Pisa il 6 settembre del 1714.
La parte curiosa della sua breve biografia, però è il suo essere, in un certo senso, un pioniere dell'ateismo. Le sue idee atee e materialiste, infatti, lo fecero accusare di empietà, il che lo portò a venire inquisito dal Sant'Uffizio su istigazione del gesuita lucchese Giovanni Francesco Vanni. E non era il solo problema, per il povero Marchetti: da continuatore delle ricerche di Galileo Galilei, in particolare nel campo della meccanica, subì anche diversi attacchi dagli oppositori del suo illustre ispiratore.
Nel corso della sua carriera accademica collaborò con Vincenzo Viviani, uno degli allievi più giovani di Galilei e di Evangelista Torricelli e noto per un famoso teorema sul triangolo equilatero. Inoltre lavorò con Giuseppe Del Papa, medico e lettore di logica e filosofia a Pisa.
Le sue opere più famose nel campo della meccanica galileiana sono De resistentia solidorum e Exercitationes mechanicae, entrambe del 1669, mentre è del 1684 il saggio astronomico Della natura delle comete. Lettera scritta all'illustriss. sig. Francesco Redi.
Fu anche poeta, ma in questo campo il suo contributo più noto è la traduzione del De rerum natura di Lucrezio, pubblicata postuma nel 1717 (ma già in precedenza circolante manoscritta) con il titolo Della natura delle cose. Considerata come il manifesto del razionalismo cartesiano, la traduzione di Marchetti influì notevolmente sul gusto arcadico per la purezza della lingua e l'eleganza dello stile.

sabato 20 aprile 2019

All that is gold does not glitter

All that is gold does not glitter,
Not all those who wander are lost;
The old that is strong does not wither,
Deep roots are not reached by the frost.
From the ashes a fire shall be woken,
A light from the shadows shall spring;
Renewed shall be blade that was broken,
The crownless again shall be king.
- J.R.R. Tolkien

sabato 19 gennaio 2019

Le quattro stagioni: l'inverno

Le quattro stagioni sono quattro concerti per violino composti dall'italiano Antonio Vivaldi. Ognuna delle stagioni è suddivisa in tre movimenti ed è accompagnata da un sonetto, composto da un poeta anonimo (o forse dallo stesso Vivaldi). Quello che segue è il sonetto dell'Inverno, cui segue l'interpretazione rock di Ross Pike del primo movimento, l'allegro ma non troppo:

giovedì 5 marzo 2015

Fare matematica

La poesia, in altre parole, è matematica. E' vicina a una particolare branca della materia nota come combinatoria, lo studio delle permutazioni, o di come possiamo sistemare un particolare gruppo di oggetti, numeri o lettere secondo leggi stabilite. Già nel lontano 200 a.C., gli scrittori sulle poesie in sanscrito si chiedevano in quanti modi sia possibile sistemare vari insiemi di sillabe lunghe o corte, i mattoni dei versi in sanscrito. Una sillaba è corta, con una battura, o lunga, con due. In quanti modi può essere costruito un metro di quattro sillabe? Quattro brevi o quattro lunghe hanno un solo modo per ciascuno, mentre per tre brevi e una lunga, o tre lunghe e una breve, ce ne sono quattro (SSSL, SSLS, SLSS, LSSS, per esempio). Con due sillabe di ogni genere, ci sono sei possibilità. Fate la somma per metri di una, due, tre quattro o più ed emerge una struttura matematica. E' il triangolo di Pascal [ovvero il triangolo di Tartaglia!], la piramide dei numeri in cui la serie nella prossima riga è data dalla somma delle coppie adiacenti nella linea precedente:
1, 1 1, 1 2 1, 1 3 3 1, 1 4 6 4 1, e così via.
di Steve Jones via Harriet
In apertura: Newton di William Blake

sabato 14 giugno 2014

Fine del secolo, 1984

Morte
Venti sintetici hanno spazzato via
La polvere della sostanza, ma questa stanza
Rimprovera il costante raggio violetto
E senza polvere sparge una polverosa oscurità.
Naufragati nell'antiquato passato
Lie Nord e Hillard, Virgilio, Orazio,
Le ossa di Shakespeare sono tranquilli, finalmente,
Morti come Yeats o William Morris.
Non hanno i detenuti guadagnato il loro riposo?
Hanno attraversato un centinaio di cerchi
Lamentandosi della classica ricerca
E, in ogni inevitabile giorno,
Illogicamente provando a collocare
Una palla in uno spazio vuoto.

sabato 31 maggio 2014

Sulla spiaggia nella notte solitario

Sulla spiaggia, nella notte, solitario,
Mentre la vecchia madre ondeggia avanti e indietro cantando la sua fioca canzone,
Mentre guardo le stelle sfavillanti, trovo un pensiero sulla chiave degli universi e del futuro

Una vasta similitudine incastra tutto,
Tutte le sfere, cresciute, non cresciute, piccole, grandi, soli, lune pianeti,
Tutte le distanze dello spazio comunque grandi,
Tutte le distanze del tempo, tutte le forme inanimate,
Tutte le anime, tutti i corpi viventi sebbene essi siano differenti, o in mondi differenti,
Tutti i processi gassosi, acquosi, vegetali, minerali, i pesci, le bestie,
Tutte le nazioni, i colori, i barbarismi, le civilizzazioni, i linguaggi,
Tutte le identità che sono esistite e mai esisteranno su questo globo, o su ogni globo,
Tutte le vite e le morti, tutto il passato, il presente, il futuro,
Questa vasta similitudine le abbraccia, e sempre le ha abbracciate,
E per sempre le abbraccerà e le terrà compatte e le circonderà.

(mia traduzione di On the Beach at Night Alone di Walt Whitman, di cui oggi si ricorda la nascita; mi sono aiutato con la traduzione su Astrocultura UAI)
In apertura la famosa immagine di Planck dove alcuni avrebbero visto la polvere cosmica che ha confuso i tipi di BICEP2, via Amedeo Balbi

lunedì 17 marzo 2014

E quindi?

Non siete emozionati? Non la sentite viva dentro di voi l'emozione che proverete ogni volta, a partire da oggi, da questa notte, guardando il cielo stellato? Non la sentite quell'emozione sull'universo, così grande e immenso eppure abbastanza piccolo da poter essere in qualche modo compreso dalla nostra mente? E non la sentite l'emozione che un'idea talmente azzardata da sembrare assurda si stia rivelando tremendamente vera? L'emozione che l'idea di universo che ci eravamo fatti è al tempo stesso sorprendente e precisa? Dobbiamo immaginare un lago, assolutamente piatto, in una giornata senza alcun alito di vento, senza che alcuna corrente sotto la superficie scorra in un qualche modo a noi noto o ignoto. Ecco, in una giornata come questa, in un lago come questo, ecco che all'improvviso un'onda perturba la superficie e si propaga, seguita da un'altra onda e da un'altra ancora, e la loro velocità di espansione aumenta, accelera, per un certo istante di tempo addirittura in maniera esponenziale. E per quell'attimo di creazione apparentemente dal nulla, per quell'attimo che dura giusto il tempo di un battito di ciglia, un attimo che tecnicamente viene chiamato fluttuazione del vuoto quantistico (che in quanto quantistico è decisamente meno vuoto dell'insieme vuoto), ecco che noi oggi siamo qui a contemplare il cielo di notte, il cielo stellato, pronti ad emozionarci per la grandiosità e la bellezza dell'universo.

Non la sentite, dunque, quell'emozione?

No?

...

(ho come l'impressione che domani sarà una delle giornate più deprimenti dell'ultimo periodo)
L'immagine del lago piatto e tranquillo è presa da Cedric Villani

sabato 26 ottobre 2013

[764] La mia vita era un fucile carico

In questi giorni, e fino al 3 Novembre, al Teatro Elfo Puccini di Milano è in scena La mia vita era un fucile carico, spettacolo di e con Elena Russo Arman, con le musiche di Alessandra Novaga, che è sul palco insieme con l'attrice, ispirato alla vita e alla poesia di Emily Dickinson. Il titolo dello spettacolo è tratto dalla poesia classificata come #764 della poetessa statunitense, che può essere considerata come una sorta di sintesi della sua poetica. Lo spettacolo è ricco di suoni, luci, suggestioni e movimenti: Elena Russo Arman ora sussurra, ora urla, ora sale sulla scala di corda posta al centro del palco, accanto alle lampadine a incandescenza che scendono dal tetto, ispirate da un'opera dell'artista Felix Gozales Torres, ora corre e saltella per il palco, ora interagisce con gli attrezzi di scena, alcuni nascosti dietro un panno nero al lato del palco. Per me, che sono un appassionato lettore delle poesie della Dickinson, è stato uno spettacolo splendido, suggestivo e ben interpretato, curato sin nei minimi dettagli, con una perfetta scelta di luci e suoni.
Ispirato dallo spettacolo, ho dunque provato a tradurre la poesia #764 e questo è l'umile risultato:
La mia vita resisteva - un fucile carico -
All'angolo - fino a che un giorno
Il proprietario passò - identificato -
E Mi portò via -

E ora Noi vaghiamo tra Boschi Sovrani(1) -
E ora Noi cacciamo la Cerva(2) -
E ogni volta che parlo per Lui
Le Montagne rispondono all'istante -

E sorrido, come luce cordiale
Sopra la Valle fiammeggio -
E' come una faccia Vesuviana
Che si è permessa di esistere attraverso il piacere(3) -

E quando la Notte - finito il Nostro buon Giorno -
Io proteggo la Testa del Mio Maestro -
E ciò è meglio di un Vivo Cuscino
Di Somateria(4) - da aver condiviso -

Del Suo nemico - Io sono un nemico mortale -
Non uno si muove una seconda volta -
Sul quale io poggio un Occhio Giallo -
O un enfatico Pollice -

E anche se Io di Lui - possa vivere più a lungo
Egli è più necessario - di Me -
Per Me ho solo il potere di uccidere,
Senza - il potere di morire -

Emily Dickinson

mercoledì 23 ottobre 2013

Kerouac quantistico

Mia traduzione e adattamento del paragrafo "The quantum Buddha: Waves of Being", tratto da "Kerouac in Ecstasy: Shamanic Expression in the Writings" di Thomas R. Bierowski. L'ispirazione è la ricerca di mia sorella di una copia di "Vecchio angelo mezzanotte", un poema narrativo (o un romanzo in versi). Di questa opera, a quanto pare di difficile reperibilità, c'è in giro una performance live "jazzata" con le musiche di David Amram.
In [Vecchio angelo mezzanotte, OAM], Kerouac sembra intuire (ed esprimere) gli aspetti chiave della teoria dei quanti, che è una autentica moderna iterazione dello sciamanesimo (ovvero un modo alternativo di osservare l'universo). Dal punto di vista quantistico, la condizione del mondo ("il rivestimento") è dipendente e influenzata dalla nostra osservazione(1). Così, in Vecchio angelo mezzanotte, per Kerouac, "le ceneri diventano neve e latte" quando egli le guarda (OAM 4). L'universo di Vecchio angelo mezzanotte entra nell'esistenza solo quando Kerouac volge il suo orecchio alla finestra della sua percezione. La sua attenzione creativa definisce e produce un genere di certezza all'infuori dell'incertezza quantistica che è il mondo non osservato, il mondo che è indefinito, il mondo che più assomiglia a un'onda, fluido e indeterminato. La sezione 9 di Vecchio angelo mezzanotte è un saggio su questa nozione.
La "scena" (o fuga(2), in questo esempio) si apre con una visione dell'impermanenza mentre il narratore guarda la pagina dello sport. Sfocia velocemente nell'elementale proclama sciamanico: "Morire è l'estati" (OAM 11). Dalla scomparsa del fratello Gerard (quando Kerouac era un bambino), e specialmente dalla morte dell'"uomo dell'anguria" sul Moody Street Bridge impressa nella sua mente (come raccontato in Doctor Sax), questa percezione ha sempre riempito Kerouac di parti uguali di orrore e soggezione creativi. E' la pietra angolare sciamanica al suo impulso artistico. Questo intuito di morte genera domande e visioni.
Egli chiede, "Cos'è l'universo se non un sacco di onde" (OAM 11) e "In un universo di onde qual'è la differenza tra un'onda e l'altra?"(3) (OAM 12). La sua identificazione con Gesù e Buddha, e con la letteratura profana e la letteratura spirituale, si fonde in un terzo ordine dell'esperienza e dell'essere: "Si Jean / una grande, grande onda sudata" (OAM 13). Egli pronuncia: "Sono il nuovo Buddha - e chiamerò me stesso ELETTRONE" (OAM 14). Egli scorge l'aspetto quantistico dell'universo fisico come uno schermo cinematografico traboccante di particelle e onde e dichiara: "Sto andando dall'altro lato" (OAM 14).
(1) Questo punto, che personalmente considero alla base di molti fraintendimenti pseudo-scientifici intorno alla meccanica quantistica, vedremo (spero presto) ribaltato da Turing.
(2) In senso musicale
(3) La traduzione proposta mi sembra quella più in linea con l'interpretazione quantistica di Bierowski. Questo il passo di Kerouac: In a universe of waves quell difference betwixt one wave & t'other?

sabato 17 agosto 2013

Ritratti: Cesarea Tinaiero

2 novembre 1975:
Sono stato cordialmente invitato a far parte del realismo viscerale. Naturalmente, ho accettato. Non c'è stata cerimonia di iniziazione. Meglio così.
(dal diario di Juan Garcìa Madero, poeta)
Verso la metà degli anni Settanta del XX secolo un gruppo di giovani poeti latinoamericani guidati da Arturo Belano e Ulises Lima, iniziano a sviluppare un movimento poetico d'avanguardia che si autodetermina come realismo viscerale, trovando ispirazione da un movimento poetico non dissimile fondato negli anni Venti del XX secolo dalla poetessa Cesarea Tinaiero attorno alla rivista Caborca, della quale è uscito un unico numero, il primo.
Cesarea, nata a Città del Messico e diplomata in stenografia, era la segretaria personale del generale Diego Carvajal e quindi unica donna ammessa nell'edificio dell'esercito. Furono certamente la protezione e il mecenatismo di Carvajal, amico degli stridentisti ma con ben scarse conoscenze di letteratura, nonostante la passione verso questa forma d'arte in particolare, che le permisero di mettere in piedi un gruppo di poeti d'avanguardia e raccoglierli intorno a Caborca e al realismo viscerale.
In effetti questa prima versione del realismo viscerale è da considerarsi una sorta di variazione sullo stridentismo, che vedeva in Manuel il suo motore principale: fu infatti lui a proporre la protezione di Carvajal. E così intorno all'ufficio di Carvajal, piccolo di statura e magrolino, un "rivoluzionario vero", secondo Salvatierra, morto per proteggere la sua amante dagli assassini mandati per ucciderlo nella casa chiusa dove si trovava, nacque il gruppo degli stridentisti, che critici successivi identificò come realvisceralisti dopo l'ingresso di Cesarea. Del gruppo faceva parte anche Encarnaciòn Guzmán, amica di Cesarea, ma ritenuta come poetessa non all'altezza non solo di Cesarea stessa, ma anche degli altri componenti del movimento.
Encarnacion lavorava come commessa in un negozio di abbigliamento di Ninò Perdido e conobbe Cesarea all'uscita dal cinema, dopo aver visto un film molto probabilmente triste, poiché entrambe erano uscite piangendo. La cosa curiosa fu che le due, una volta che si furono guardate negli occhi, si misero a ridere, e da questo episodio nacque la loro amicizia. Erano, però, due donne molto diverse, e forse fu per questo che divennero amiche più facilmente: Cesarea, nonostante non fosse una persona ricca, aveva un carattere forte e sapeva perfettamente ciò che voleva; Encarnacion, invece, era molto carina e sempre ben vestita, ma con un carattere fragile e insicuro. Uno dei suoi tratti distintivi era, poi, la voce, terribile, paragonata a un fischio fastidioso.
Dice di lei Amadeo Salvatierra:
Se fosse stata muta, credo che più d'uno si sarebbe innamorato di lei, ma con quella voce era impossibile. Per il resto, mancava di talento.