Stomachion

lunedì 1 settembre 2014

Racconti matematici

Secondo Robert Musil, nel simpatico racconto/saggio che chiude la raccolta curata da Claudio Bartocci, sono ben poche le attività umane dove la matematica non riveste alcun ruolo:
Tutto ciò che esiste intorno a noi, che si muove, corre o se ne sta immobile, non soltanto sarebbe incomprensibile senza la matematica ma è effettivamente nato dalla matematica, e ne è sostenuto nella realtà concreta della propria esistenza.
Anche la letteratura è fatta di matematica: a un livello superficiale le regole grammaticali e del linguaggio sono regole matematiche. Raymon Queneau, però, uno dei fondatori dell'oulipo, tra i cui "seguaci" si conta, ad esempio, un certo Umberto Eco, ha fatto sì che gli scrittori iniziassero a giocare con la matematica, sia inserendola nelle tematiche, sia utilizzandola per programmare la struttura di racconti e romanzi.
La raccolta Racconti matematici, in sostanza, si occupa della matematica nella letteratura in maniera assolutamente completa, sia con racconti e saggi in cui essa ha un'importanza essenziale nella trama, sia in racconti in cui, in realtà, essa gioca un ruolo fondamentale solo nella struttura stessa del racconto, negli aspetti apparentemente tecnici.
Ad esempio L'hotel straordinario di Stanislaw Lem è in pratica l'hotel infinito di Hamilton spiegato come un racconto, mentre Dino Buzzati con I sette messaggeri, presente nella raccolta La boutique del mistero, racconta di numeri e serie numeriche con sette messaggeri che portano le informazioni al re in viaggio sul suo regno lontano. Ogni volta impiegano più tempo di prima, un po' come dei bosoni messaggeri che mettono in comunicazione due particelle: la forza dell'interazione è sempre più debole con il ridursi della distanza:
Non uso alla lontananza dalla mia casa, vi spedii il primo, Alessandro, fin dalla sera del secondo giorno di viaggio, quando avevamo percorso un'ottantina di leghe. La sera dopo, per assicurarmi la continuità delle comunicazioni, inviai il secondo, poi il terzo, poi il quarto, consecutivamente, fino all'ottava sera di viaggio in cui partì Gregorio. Il primo non era ancora tornato.
Ci raggiunse la decima sera, mentre stavamo disponendo il campo per la notte, in una valle disabitata. Seppi da Alessandro che la sua rapidità era stata inferiore al previsto; avevo pensato che procedendo isolato, in sella a un ottimo destriero, egli potesse percorrere, nel medesimo tempo, una distanza due volte la nostra; invece aveva potuto solamente una volta e mezza; in una giornata, mentre noi avanzavamo di quaranta leghe, lui ne divorava sessanta, ma non di più.
Così fu degli altri. Bartolomeo, partito per la città alla terza sera di viaggio, ci raggiunse alla quindicesima; Caio, partito alla quarta, alla ventesima solo fu di ritorno. Ben presto constatai che bastava moltiplicare per cinque i giorni fin lì impiegati per sapere quando il messaggero ci avrebbe ripresi.
L'Italia è quindi protagonista nella raccolta: l'adesione italiana al movimento di Queneau non è solo dovuta a Eco, presente nella raccolta con una intervista immaginaria a Pitagora (qualcosa del tipo le telefonate infernali di Dioniso), ma anche al grandissimo Italo Calvino. Le Cosmicomiche, in questo senso, sono un esempio di come si possa divulgare la scienza in maniera intelligente e divertente grazie al breve cappello introduttivo e a delle storie fantastiche e divertenti al tempo stesso. E proprio dalle Cosmicomiche è estratto il primo dei due racconti presenti nella raccolta, Quanto scommettiamo, che, come già intuibile dal titolo, si concentra sulla matematica delle probabilità.
Con Il conte di Montecristo, invece, Calvino utilizza un concetto di matematica avanzata presente anche ne La casa nuova di Robert Heinlein. Non a caso i due racconti sono uno dietro l'altro e narrano di edifici impossibili (nel primo caso la prigione di Dantes, nel secondo una casa), dei tesseratti, oggetti in quattro dimensioni che non siamo in grado di percepire nel loro complesso ma di cui possiamo sperimentare solo alcuni vani alla volta.
Nel caso di Calvino ciò produce una prigione perfetta da cui è impossibile fuggire, se non forse provando ad arrivare al suo cuore; nel caso di Heinlein, invece, la casa ideale, che occupa un piccolo spazio all'esterno, ma che è immensa una volta entrati all'interno, si apre addirittura a mondi nuovi e differenti, ma la sua instabilità la porterà, semplicemente, a scomparire.
Interessante, poi, La biblioteca universale(1), dove la matematica dei grandi numeri si combina con il sogno segreto di realizzare una biblioteca in grado di contenere tutti i libri, anche quelli che ancora devono essere scritti. Kurd Lasswitz, in un racconto borgesiano (anche lui presente nella raccolta con due racconti, Il libro di sabbia e Esame dell'opera di Herbert Quain), se mi passate il termine, ha in pratica descritto Wikipedia e i progetti correlati, gestiti da Wikimedia: in fondo un sogno, anche se impossibile, va comunque perseguito, non credete?
Altro racconto che mi ha colpito particolarmente è, poi, Tennis, trigonometria e tornado di David Foster Wallace, dove scopriamo che l'ottimo scrittore statunitense aveva intrapreso una interessante carriera da tennista in gioventù, sia grazie alle particolarità climatiche e ambientali dell'Illinois, sia grazie a una incredibile capacità di intuire la matematica, la geometria e la fisica del campo da gioco. In questo modo Wallace riusciva a ottenere colpi imprendibili o a recuperare palle apparentemente impossibili, ottenendo risultati eccellenti all'interno dell'Illinois e di terreni da gioco simili, ma mediocri all'esterno di questa zona. Certo, se la passione per il tennis fosse stata maggiore rispetto a quella per la matematica, forse sarebbe anche riuscito a diventare un campione di questo sport, ma per nostra fortuna si è lasciato irretire dalla matematica e soprattutto dalla scrittura.
Gli altri racconti e della matematica in essi presente vi lascio scoprire, se avrete voglia e interesse per mettere mano su questa raccolta. E per tutto il resto ci sono i Carnevali della Matematica, o, se preferite qualcosa di più classico, la splendida serie di Altramatematica di 40k.
(1) Ciò ci porterebbe a parlare di libri infiniti, e Paolo Alessandrini ha iniziato a realizzare una guida per scrivere libri infiniti: a voi la prima parte!

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