Igino Ugo Tarchetti è stato uno dei rappresentanti della scapigliatura milanese, dedicandosi, lo scrittore, alla letteratura del fantastico e del gotico da una parte, e alla scrittura umoristica dall'altra.
Come sta esplorando molto bene Splatter in una serie di articoli sul cinema horror, l'Italia ha sempre mostrato nel genere del mistero e della paura una certa interessante propensione. Non dimentichiamo, infatti, che uno dei romanzi gotici per eccellenza, Il castello di Otranto, è ambientato in Italia. La raccolta Le leggende del castello nero di Tarchetti edita dalla Nero Press raccoglie una serie di racconti tranquillamente leggibili in pubblico dominio (si trovano su Gutenberg nelle due raccolte Racconti fantastici e Racconti umoristici) e mostrano una caratteristica particolare della letteratura di metà XIX secolo, che poi sarebbe confluita all'inizio del XX in Dracula: l'influenza della scienza.
Non è solo per la presenza di personaggi scettici nei suoi racconti, o di un qual certo senso di incredulità anche in alcune delle voci narranti, ma anche nella sensazione, leggendo i suoi passi, che l'autore stia quasi recependo la rivoluzione scientifica che si sta preparando, forse in qualche modo ispirato dalla filosofia kantiana, da un lato, o da idee che si fanno strada tra alcuni dei suoi contemporanei, e che per esempio si paleseranno nei piccoli pamphlet e racconti di Howard Hinton.
Certo Tarchetti scrive intensi racconti misterici, come quello che da il titolo alla raccolta, ma invariabilmente il protagonista di ogni racconto cerca una spiegazione razionale, un po' come i protagonisti dei racconti di Lovecraft (in questo caso sto pensando soprattutto a Storia di una gamba o a Un osso di morto). D'altra parte I fatali porta in se il seme dei supercriminali (o degli X-Men), nell'ottica del lettore di supereroi moderno, rappresentando una lotta tra uomini dai poteri incredibili che loro stessi non sanno come hanno ottenuto o come controllare.
Forse il migliore della raccolta è, a conti fatti, La lettera U (Manoscritto d'un pazzo), breve ma decisamente intenso e sono poi presenti due racconti ambientati in Calabria, Il lago delle tre lamprede e Uno spirito in un lampone, che raccontano di una regione misteriosa e misterica, con delle atmosfere che nulla hanno da invidiare ai racconti del profondo nord (ad esempio un passo di Gothic di Morrison e Janson ambientato in Svizzera sembra ricalcare fedelmente il racconto di Tarchetti).
La Nero Press, però, non ha solo recuperato uno dei massimi interpreti della scapigliatura, ma propone anche un catalogo interessante, per la maggior parte on-line, da cui ho acquistato all'ultima fiera del libro direttamente dal loro piccolo stand un flip-book di una serie in cui vengono messi a confronto un autore italiano e un autore straniero della narrativa horror e del mistero. In particolare ho messo le mani sul libricino che raccoglie Cinque minuti di video di Michael Laimo e Incantevole di Stefano Fantelli. Il libro, che presenta le illustrazioni di Roberta Guardascione, ha come titolo Mutazioni, e non a caso. Nel racconto di Laimo, infatti, c'è il viaggio di un giornalista in un paese dove le nascite di bambini deformi sono praticamente la norma. Se il racconto può sembrare una rappresentazione realistica dei mostri che popolano le nostre paure, viene completamente ribaltato nel senso e nella morale con un finale da horror-sociale che tanto piacerebbe proprio alla redazione di Splatter. Dall'altra parte, e letteralmente, Fantelli propone una storia d'amore, truculenta, splatter, ma anche gaimaniana nella sua dolcezza e fantasia.
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